Cari amici di BV,
Poiché a Natale c'è già un po' di Venerdì Santo, soprattutto per chi ha perso una persona cara, il nostro pensiero va innanzitutto a chi, tra i nostri lettori, è stato colpito, quest'anno, dalla scomparsa di una persona cara che sono soli, in questo Capodanno. Come non citare, in questa occasione, queste famiglie con cui abbiamo pianto quest'anno, quelle, in particolare, di Philippine, di Nicolas: lì non si tratta più solo di tristezza, ma di rabbia. Non è stato un incidente o una malattia, in altre parole il destino, a ucciderli, ma l’incompetenza di uno Stato fallito in materia di immigrazione e sicurezza.
Pensiamo poi ai Mahorai, vittime di una catastrofe naturale, diventata una vera tragedia per gli stessi motivi sopra menzionati… Per uno stesso terremoto, le conseguenze non sono le stesse in un Giappone lungimirante come in un lontano Türkiye miope. Pianificazione urbana incoerente. È lo stesso, cambiandocicloni.
Pensiamo ancora a Boualem Sansal, questo scrittore settantacinquenne che trascorrerà il Natale dietro le sbarre, come a un Solzhenitsyn algerino, come se, lungi dal servirgli, la sua recente nazionalità francese fosse un'aggravante, addirittura un peccato mortale.
Pensiamo, infine, ai cristiani d'Oriente, in particolare ai siriani, che temono di passare da Cariddi a Scilla… Sono Cassandre, delatori sconvolti, che noi cristiani ciechi d'Occidente non ascoltiamo.
Ma non possiamo allo stesso tempo pretendere di celebrare il Natale, raccogliendoci attorno al presepe – questo presepe innocente che è diventato una questione politica -, senza coltivare la speranza e la gioia: auguriamo a tutti un felice Natale!
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