di
Alessandro Bocci, inviato a Torino
Grande spavento per la Juventus, che rischia il k.o clamoroso contro il Venezia ultimo in classifica. Bianconeri avanti con Gatti, poi la rimonta degli ospiti con Ellertsson e Idzes. Infine il rigore di Vlahovic in pieno recupero, con il serbo che ha un brutto faccia a faccia coi tifosi
Alla fine sono tutti scontenti. Lo è il Veneziache vede sfumare la prima vittoria esterna della stagione cinque minuti dopo il novantesimo e lo è la Juve perché il 2-2, con il rigore salvavita di Vlahovic, è una specie di sconfitta. I tifosi dello Stadium fischiano e contestano la squadra di Motta, impietrito in tribuna. Ci sono attimi di tensione quando i giocatori bianconeri, a capo chino, si avvicinano alla curva Sud. Vlahovic, nervoso, ha qualche cosa da dire e i tifosi lo riempiono di insulti. Danilo, il capitano, cerca di riportare la pace. È una notte buia. La Signora evita la prima sconfitta in campionato grazie a una mano galeotta e sfortunata di Candela nell’area piccola dopo un tiro di Conceiçao. Ma è un risultato minimo, alla fine dell’ennesima prestazione sottotono. Un’occasione persa contro l’ultima della classe nel giorno in cui l’Atalanta regina vola a più 9 e il Napoli secondo è a più 7.
Juve, mai così poche vittorie in 25 anni
La Juve, per il momento, deve abbandonare i sogni scudetto. E deve cambiare passo se non vuole rimanere fuori anche dalla zona Champions. Troppi pareggi la stanno affossando: sono dieci in campionato, il sesto in casa, il quarto consecutivo. E poche le vittorie, 6 in 16 gare, come non succedeva da 25 anni. Il Venezia si lamenta perché vede sfuggire una vittoria che sarebbe preziosa, proprio all’ultimo respiro. Però Di Francesco deve avere fiducia: la squadra lo segue e ci mette l’anima. Rimonta, sorpassa e viene ripresa. Ha cuore, anima, organizzazione.
Il Venezia difende a tre con Zampano e Ellertsson, che si abbassano sino a diventare a cinque. Occupato si spende moltissimo per dare equilibrio, trasformando così il 3-4-2-1 di partenza in un più solido 5-3-1-1. Il Venezia è volenteroso, equilibrato ma povero di qualità. La Juve segna alla prima occasione e dà quasi l’impressione di accontentarsi nella notte fredda e anche un po’ nebbiosa dello Stadium. Motta sistema Thuram davanti alla difesa con un centrocampo mobile in cui Koopmeiners e McKennie, preferito a Locatellicercano con scarso successo di non dare punti di riferimento.
Thuram di testa, con uno stacco possente, favorisce la zampata vincente di Gatti. Ma i veneti non si sgretolano. Anzi. Da quel momento, approfittando delle distrazioni della Signora, provano a mostrare i denti e costruiscono tre occasioni pericolose nel giro di due minuti: Andersen sbuccia la traversa, Thuram e Koop salvano sui tiri di Busio e Pohjanpalo. A inizio ripresa la Juve segna un gol fotocopia del primo: solito angolo di Koopmeiners, solita spizzata di Thuram e sul secondo palo, anziché Gatti, spunta Stella. Ma la deviazione di testa del turco tocca anche il braccio e la Var cancella il potenziale 2-0 bianconero. La partita gira quasi all’improvviso.
La Juve si fa infilare due volte, sempre di testa, prima con Ellertssonche sorprende Savonapoi con Idze che anticipa Gatti. La Juve è in tilt. La reazione di pancia furiosa, però scomposta. Il rigore è l’ancora di salvezza. Ma il pari con l’ultima non può bastare per fare festa. Quattro giorni dopo aver dato scacco matto al Manchester City, la Juve deve fare i conti con la realtà. E prendere coscienza dei propri limiti.
14 dicembre 2024 ( modifica il 14 dicembre 2024 | 23:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA