François Bayrou lascia finalmente il Purgatorio. A 73 anni, il presidente del MoDem, nominato primo ministro da Emmanuel Macron venerdì 13 dicembre, è entrato non nella consacrazione suprema che aveva sempre sognato, l’Eliseo, ma nel piano immediatamente sottostante. “Il destino lo tocca con la sua ala”constata il suo amico Jean-Louis Bourlanges, ex deputato MoDem dell’Hauts-de-Seine e vecchio compagno di viaggio.
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È un eufemismo dire che non c’era nulla di ovvio in questo. Ci sono voluti un “terremoto”, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale il 9 giugno, e un cataclisma politico sei mesi dopo, la caduta del governo di Michel Barnier, perché questo sostegno storico a Emmanuel Macron ottenesse finalmente delle responsabilità. Fino all’ultimo i suoi sostenitori hanno temuto uno scenario sfavorevole: venerdì mattina il capo dello Stato ha avvertito telefonicamente François Bayrou che non sarebbe stato nominato primo ministro. Prima ricevendolo a lungo all’Eliseo, poi infine cambiando idea di fronte all’ipotesi di un blocco e di una rottura con il suo principale alleato, decidendo di nominarlo a Matignon.
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