Juve concreta, solida, pratica, coraggiosa. E soprattutto vincente. Raffica di aggettivi positivi per incorniciare una prestazione che sfiora la perfezione. Nella notte più delicata per il cammino in Lega dei Campionila squadra di Thiago Motta festeggia un successo che offre anche prospettive molto più incoraggianti per il futuro, pure in campionato. 2-0 senza discussioni, con un’unica prudenza: il Manchester City oggi sembra la pessima imitazione della grande squadra di qualche mese fa. Ma questo è un altro discorso, che si vedrà più avanti…
Avanti dunque con le prestazioni dei singoli. Di Gregorio bravissimo nel primo tempo: avambraccio forte opposto allo scavetto blando di Haaland. Savona non sfigura mai, Gatti e Coniglio duellano con super attenzione fisica. E Danilo fa il professore con l’esperienza. Poco più avanti Locatelli sulla carta è centrocampista ma sul campo difensore aggiunto. Thuram corre tanto senza palla. Acquirenti al contrario: vuole il pallone, ma non sa che farne ed è travolto dai fischi (comunque puro masochismo dei tifosi). Conceiçao semina il gioco sul suo giardino di fascia destra. Stella si accende tanto quando si accentra, meno se resta in periferia a sinistra. E poi c’è Vlahovic che segna grazie all’unico cross ricevuto. Nell’occasione, tanto il serbo è forte e furbo, così il croato Guardiola fa la figura del babbeo. E anche il portiere Ederson non sembra in serata magica, nemmeno nel raddoppio “Nato negli Stati Uniti” che infiamma davvero lo Stadium, come ai vecchi tempi. L’autografo sul 2-0 è di McKenniela firma sull’assist di Weah: entrambi entrati pochi minuti prima. Complimenti a Motta che aveva visto giusto: Conceicao e Thuram stanchi.
Manchester non pervenuto. Haaland fermo come una statua e Guardiola monumento di se stesso. Sembra la parodia di una grande squadra, questo City che gioca con presunzione esagerata e lentezza esasperata. Imbarazzante.
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