Il giorno dopo un incontro senza precedenti attorno al presidente dei leader dei partiti esterni alla LFI e alla RN, Michel Barnier e il suo governo si sono incontrati mercoledì mattina un'ultima volta all'Eliseo, un evento estremamente raro per una squadra dimissionaria.
Nel menù di questo Consiglio dei ministri: un progetto di “legge speciale” per garantire la continuità dello Stato da gennaio. La censura di Michel Barnier la scorsa settimana, appena tre mesi dopo la sua nomina, ha di fatto lasciato in sospeso il bilancio 2025.
Questa “legge provvisoria”, sulla cui adozione non ci sono praticamente dubbi, sarà esaminata lunedì all'Assemblea nazionale, poi il 18 dicembre al Senato.
Il testo si riduce alla sua espressione più semplice per autorizzare il governo ad aumentare le tasse e spendere crediti sulla base del bilancio per l'anno in corso.
La sinistra, tuttavia, intende modificarlo per garantire che la scala dell’imposta sul reddito sia ben indicizzata all’inflazione, al fine di evitare che un gran numero di francesi siano soggetti al loro carico fiscale.
Martedì il Consiglio di Stato ha sottolineato che questa disposizione non trova posto in una legge speciale. I socialisti chiedono che le forze politiche adottino questo emendamento e non deferiscano poi la legge adottata al Consiglio costituzionale, per evitare la sua censura.
Dopo questo Consiglio dei ministri la strada sarà chiara per nominare un nuovo primo ministro.
Martedì, davanti ai leader dei comunisti, dei socialisti, degli ecologisti, del campo presidenziale e del partito Les Républicains, Emmanuel Macron ha promesso di nominarlo “entro 48 ore”. Diversi parenti contano su una scelta già da mercoledì sera.
Mentre François Bayrou dovrebbe essere il futuro primo ministro, Olivier Faure (PS) si oppone a questa scelta
Eric Coquerel (LFI) dichiara che non si opporrà alla “legge speciale” che sarà sul menù del Consiglio dei ministri questo mercoledì
Questa “legge temporanea”, la cui adozione è praticamente fuori dubbio, sarà esaminata lunedì all'Assemblea nazionale, poi il 18 dicembre al Senato, indica l'AFP.