Con uno stile di abbigliamento che non ci permettiamo di giudicare (sì, è disgustoso), l'ex parigino Jesé Rodriguez ha dato la sua notizia nel corso di una lunga intervista rilasciata, in diretta dalla sua macchina, al freestyler spagnolo Mowlihawk, sul canale YouTube di quest'ultimo. . Per più di un'ora, il fantasioso giocatore con una carriera dello stesso calibro ha ripercorso le sue diverse esperienze, da Madrid a Parigi passando per Stoke City o Johor Darul Ta'zim, in Malesia, dove è appena atterrato.
Di Paname, il calciatore/rapper/imbecille non ha necessariamente dei bei ricordi. Non più dei tifosi del PSG che lo riguardano, lui che avrà giocato diciotto partitelle nella Capitale (per due gol segnati) tra il 2016 e il 2020, concatenando prestiti ai quattro angoli d'Europa. Ma non ha dimenticato un certo Nasser Al-Khelaïfi, che per l'inverno indossa una bella pelliccia dello spagnolo.
Un vestito per Nasser
“Il presidente non poteva vedermi nella pittura”, ha confidato a Mowlihawk. Non so se amasse mia moglie più di me. Mi hanno trattato molto male. Lì ho capito che il Real Madrid era il miglior club del mondo in tutto. Mi sentivo come se avessi a che fare con un miliardario che usava i giocatori come se fossero badge. »
Ma badge molto ben pagati, intendiamoci. Jesé: “Dato che non avevo molti minuti (al Real), ho pensato di andare a Parigi perché avrei giocato di più. Soprattutto c’era Unai Emery come allenatore, è stato lui a chiamarmi per portarmi dentro. E poi mi hanno offerto un grosso contratto e hanno pagato molto di più che a Madrid”, ha ammesso il ragazzo. Il che ovviamente non gli impedisce di mordere la mano che lo ha nutrito generosamente.