Caos nel settore del Part-Dieu questo giovedì: le ragioni dei disagi

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Foto illustrativa di un raduno della CGT (Credit: Julien Barletta / Lyon Capitale)

Una manifestazione dei ferrovieri ha mobilitato questo giovedì 21 novembre a Lione, nel settore del Part-Dieu, 130 persone, provocando notevoli difficoltà sulla rete degli autobus TCL.

I ferrovieri della SNCF si sono mobilitati giovedì 21 novembre in tutta la Francia per denunciare la riforma del trasporto ferroviario di merci, che dovrà essere sostituito da due filiali dopo un trattamento dimagrante. Se a livello nazionale il movimento è stato poco seguito, i TGV Inoui come Ouigo circolavano più o meno normalmente, una manifestazione ha avuto luogo a Lione nella zona della stazione Part-Dieu.

I ferrovieri della CGT di Lione si erano dati appuntamento a mezzogiorno alla Torre Incity. Secondo la prefettura, 130 manifestanti hanno risposto all'appello per una manifestazione che si è svolta pacificamente fino alle 13:30.

Coinvolti molti autobus

Questa manifestazione ha causato notevoli interruzioni alla rete degli autobus TCL. Gli autobus C3, C4 e C13 sono rimasti interrotti per più di un'ora prima che il traffico riprendesse normalmente intorno alle 13:30.

I sindacati che speravano in una mobilitazione più ampia avevano presentato questa giornata come un “ultimatum” prima di un movimento di sciopero rinnovabile a partire dall'11 dicembre, se non fosse stata data risposta alle loro richieste. I CGT-Cheminots, Unsa-Ferroviaire, Sud-Rail e i CFDT-Cheminots chiedono una moratoria sullo smantellamento – senza licenziamenti – di Fret SNCF, il principale operatore pubblico del trasporto merci ferroviario in Francia.

L'intersindacato è anche preoccupato per la creazione di filiali da parte di SNCF Voyageurs per rispondere ai bandi di gara lanciati dalle regioni per la gestione delle loro reti di treni espressi regionali (TER) e dallo Stato per gli Intercités. A metà dicembre, quasi 1.200 ferrovieri saranno trasferiti per la prima volta in tre di queste filiali, con il risultato di un'organizzazione dell'orario di lavoro meno vantaggiosa per guadagnare produttività e competitività.

Questa mobilitazione avviene all'indomani delle trattative annuali obbligatorie sugli stipendi della SNCF. Il management del gruppo ferroviario ha proposto un aumento del 2,2%, decisamente inferiore rispetto agli anni precedenti caratterizzati da un'inflazione elevata, ma superiore all'inflazione prevista per il 2025 (+1,5%).

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