Michel Barnier si trova di fronte alla crescente minaccia della censura della RN nell'Assemblea nazionale

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Il primo ministro Michel Barnier all'Assemblea nazionale a Parigi il 19 novembre 2024. ALAIN JOCARD/AFP

Come per sfidare il pericolo, Michel Barnier ha invitato colui che potrebbe essere fatale al suo destino. Lunedì 25 novembre, al mattino, Marine Le Pen sarà ricevuta dal Primo Ministro a Matignon. L'ex commissario europeo, 73 anni, noto per le sue comprovate capacità negoziali durante la Brexit, pensa, grazie a questo incontro, di dissuadere il presidente dei deputati del gruppo Raggruppamento Nazionale (RN) dal farlo cadere, lui e il suo governo ? Sono passati alcuni giorni da quando il leader dell'estrema destra, al centro di un processo per appropriazione indebita di fondi europei, ha brandito la minaccia di una censura esecutiva capace di far precipitare il Paese nell'ignoto.

Lo scenario è già stato scritto dalla Rn: tra il 18 e il 20 dicembre il presidente del Consiglio potrebbe dover far ricorso all'articolo 49, comma 3 della Costituzione per far adottare, senza il voto del Parlamento, il bilancio 2025, volto a far risparmiare al Paese 60 miliardi di euro. Il partito di estrema destra darebbe allora il bacio della morte contribuendo con i suoi voti (140 compresi quelli degli eletti di Eric Ciotti) alla censura presentata dall'alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (NFP, 192 deputati). Il governo di Michel Barnier verrebbe rovesciato.

“È diventato inevitabile”giudica l'eurodeputato Philippe Olivier, stretto consigliere di Marine Le Pen. “Il punto è bloccare un cinquantunesimo bilancio fallimentare e un governo buono a nulla che segua la stessa linea politica di Borne e Attal [les deux précédents premiers ministres d’Emmanuel Macron] »sostiene Jean-Philippe Tanguy, deputato (RN) della Somme e fedele all'eletto del Pas-de-Calais.

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Bluff? I ministri, come Michel Barnier, sembrano aver integrato l'ipotesi disastrosa. Il 19 novembre, intervistata su Inter, Catherine Vautrin (responsabile del territorio), punteggia le sue frasi con un “se saremo ancora qui all’inizio dell’anno”. Il capo del governo finge dimissioni. “Sono pronto a partire domani mattina se le condizioni non saranno più adatte (…) riformare questo paese”, ha messo in guardia, il 15 novembre, su France Bleu, ricordando di non averlo fatto “rotolato per terra” per ottenere il suo lavoro.

“La buona volontà nei confronti di Barnier è finita”

“Michel Barnier è consapevole della precarietà della sua situazione. Vive con questa spada di Damocle”mette in prospettiva un consigliere di Matignon. Al momento della sua nomina, avvenuta il 5 settembre, l'ex commissario europeo è stato descritto come “sotto sorveglianza” dell'estrema destra. Il partito lepenista ha il maggior numero di seggi nell’Assemblea nazionale, quando lui e la sua “base comune” (destra e centro) non hanno la maggioranza. “Non si può fare nulla senza la Marina Militare”, si vantava, lo scorso 7 settembre, Giordano Bardella, presidente del partito.

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