Reportage
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Dopo aver occupato, bombardato e allagato la città nel sud del paese, le truppe russe stanno lanciando attacchi con droni assassini. Tristemente abituata, la popolazione raddoppia l'ingegno per contrastare gli esplosivi puntati contro di loro.
La minaccia è in agguato lassù, controllata a distanza, da qualche parte nel cielo grigio di Kherson. Si sente e ronza a decine di metri sopra le teste delle persone, seminando ansia tra gli abitanti di questa città martire, troppe volte bombardata. C'è un pericolo, ancora più feroce, che si aggiunge a quello dell'artiglieria. Gli attacchi di droni russi sono aumentati nelle ultime settimane, con un modus operandi mortale: attaccare un esplosivo, come una granata sbloccata, a un drone, prima che il suo pilota ne faccia cadere il contenuto o carichi direttamente il bersaglio. “Nelle ultime settimane li abbiamo rilevati sempre più spesso, senza necessariamente vederli, ne ho sentiti sette o otto in una notte”, racconta Asia, una giovane donna dai capelli scuri che gestisce un bar in centro.
A Kherson una disgrazia non aspetta l'altra. Dopo otto mesi di occupazione, i bombardamenti quotidiani che durano da allora, le inondazioni della primavera del 2023 causate dal sabotaggio russo della diga di Kakhovka, macchine da guerra a elica stanno attaccando i circa 80.000 cittadini rimasti della città. Trincerato sull'altra sponda del Dnepr