Dal loro debutto ai massimi livelli, in particolare nel 2004, dopo il primo successo agli Australian Open, Roger pensava di essere sul tetto del mondo fino all’arrivo improvviso del maiorchino: “Sei entrato in campo a Miami con la tua maglietta rossa senza maniche, mettendo in mostra i tuoi bicipiti, e mi hai battuto in modo convincente. Tutto questo buzz che avevo sentito su di te, su questo incredibile giovane giocatore di Maiorca, un talento generazionale, che probabilmente un giorno avrebbe vinto un torneo importante, non era solo pubblicità“.
La settimana pazza di Rafael Nadal in Belgio: “Truffa telefonica, panni sporchi, partita reale, cellulare smarrito, ma soprattutto gentilezza e disponibilità”
“E sai una cosa, Rafa, mi hai fatto apprezzare ancora di più il gioco“, continua.
L’occasione per Roger di ricordare i ricordi condivisi più belli: “Promuovere insieme lo sport. La partita si è giocata su un campo metà in erba e metà in terra battuta. Record di spettatori di tutti i tempi suonando davanti a oltre 50.000 fan a Città del Capo, in Sud Africa. Ci facevamo sempre ridere a vicenda. Ci siamo sfiniti in campo e, a volte, abbiamo dovuto sostenerci a vicenda durante la cerimonia dei trofei“.
“Rafa, so che sei concentrato sul traguardo della tua epica carriera. Ne parleremo quando sarà finito. Per ora, voglio solo congratularmi con la tua famiglia e il tuo team, che hanno tutti giocato un ruolo importante nel tuo successo. E voglio che tu sappia che il tuo vecchio amico fa ancora il tifo per te e farà altrettanto per qualunque cosa farai dopo.“.
“Questo comportamento mi ha segnato”: Olivier Rochus, che ha battuto Rafael Nadal nel 2002 sulla terra battuta, ricorda…