La stampa ha scelto di concentrare la propria attenzione su una presunta “crisi diplomatica” generata dalle critiche della First Lady Janja da Silva nei confronti di Elon Musk, mentre le questioni strutturali e urgenti rimangono trascurate. Musk, però, non rappresenta solo una figura imprenditoriale. Usa la sua influenza per diffondere disinformazione, qualcosa che minaccia non solo la democrazia, ma anche il dibattito pubblico stesso.
Janja non ha lanciato un attacco a vuoto, ma ha espresso l’indignazione che provano milioni di brasiliani. Il suo discorso ha criticato direttamente la posizione di Musk, che spesso agisce come una figura al di sopra di ogni esame. La reazione del miliardario, quando ha ironizzato “Perderanno le prossime elezioni”, ha mostrato il suo disprezzo per le critiche e la gravità dell’argomento sollevato.
Anche il muschio non agisce in modo isolato. Ha promosso la disinformazione sul processo elettorale americano, come ammesso dal suo stesso strumento di intelligenza artificiale, Grok. I suoi post, che hanno accumulato miliardi di visualizzazioni su X, hanno alimentato la polarizzazione politica con affermazioni false e fuorvianti. Inoltre, Musk ha lavorato direttamente alla campagna di Donald Trump, posizionandosi come membro del futuro governo. Questa condotta riflette il modo in cui usa la sua influenza a vantaggio di specifici interessi politici.
Intanto settori della stampa brasiliana trasformano le legittime critiche in polemiche superficiali. Questo approccio distoglie l’attenzione da questioni essenziali, come la fornitura di dati strategici dal Brasile alle aziende di Musk, l’avanzamento dei monopoli tecnologici e l’impatto ambientale e sociale delle sue iniziative. Ignorare queste discussioni a favore di una narrazione sensazionalistica rivela negligenza e compiacenza nei confronti dello smantellamento dei diritti e della sovranità nazionale.
I media hanno preferito etichettare il discorso di Janja come “disagio diplomatico”, trattando allo stesso tempo Musk, divulgatore di disinformazione, come una vittima o una figura intoccabile. Questo comportamento trascura l’impatto diretto della disinformazione sul tessuto democratico, sia negli Stati Uniti che in Brasile.
Janja ha espresso ciò che molti brasiliani vogliono dire: una critica legittima alle pratiche di figure come Musk, che danno priorità ai propri interessi rispetto al bene comune. Ha scelto una risposta forte perché la realtà richiede forza. Se questo vi dà fastidio, il problema non è nelle parole di Janja, ma nella comodità di un media che mette a tacere le questioni urgenti amplificando controversie irrilevanti.
La vera domanda è: chi provoca davvero il disagio? Chi difende un futuro più giusto o chi perpetua la disinformazione per garantire i propri privilegi? La risposta di Janja riflette l’indignazione di milioni di persone. E per chi preferisce ignorare l’essenziale per aggrapparsi al sensazionalismo, ecco il messaggio: F@da-se.