Sinner, un treno in corsa verso l’obiettivo
(Gaia Piccardi, inviata a Torino) Banane e fazzoletti (è ufficiale: il ragazzo ha il raffreddore) alla festa del prescelto. Jannik Sinner maltratta Casper Ruud e nella prima finale Master della carriera, a sorpresa, oggi troverà Taylor Fritzcapace di battere per la quarta volta consecutiva nella stagione il favorito n.2, Sasha Zverev. Cinque giorni dopo la sfida del girone (6-4, 6-4), dunque, la formula delle Atp Finals che perdona gli errori e consente i bis ripropone Italia contro Stati Uniti, la finale dell’Open Usa condensata nei due set su tre del tennis liofilizzato indoor. Il presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, il padrone del vapore che stasera durante la premiazione annuncerà la permanenza del torneo in patria per un altro quinquennio (da spalmare tra Torino e Milano, una volta che il nuovo palazzetto olimpico sarà pronto), vorrebbe riportare la finale del Master al meglio dei cinque set, ma non c’è stratagemma che può fermare un treno in corsa chiamato Jannik Sinner, lanciato verso l’obiettivo che si era prefisso all’inizio dell’anno.
Il norvegese Ruud, n.6 del ranking, finisce subito sotto assedio. Al secondo game della semifinale, ci sono già due palle break per l’azzurro, che sfonda di dritto. La partita finisce lì, tra sguardi disperati di Casper al padre allenatore, mentre la macchina Sinner, tra qualche soffiata di naso, viaggia a regime. Sette rimbalzi sulla prima di servizio, cinque sulla seconda: la precisione nei dettagli. Al cambio di campo il deejay del palazzetto di Torino spara «Tempo» di Jovanotti. Ma tempo, per Ruud, non ce n’è. Il norge sciupa due clamorose palle break al quinto game (bella volée bassa di rovescio in avanzamento di Jannik sulla prima), sprofonda sotto 4-1; da quel momento Sinner è imprendibile.
L’ovazione finale è ormai una splendida abitudine a cui il popolo di Sinner ha abituato il suo eroe. «È un’emozione grandissima — dice lui —, è davvero speciale giocare qui, per me. Mi ricordo bene la finale persa con Djokovic l’anno scorso, questa volta proverò a fare meglio. A prescindere dal risultato, è stata una settimana piena di emozioni e momenti bellissimi, che ricorderò a lungo. Sono sorpreso anche io, non è normale vincere così». Come può impensierirlo Fritz, che con lui non vince dal 2021 (Indian Wells) e martedì è stato inchiodato da due break chirurgici? «Non m’importa di essere il favorito — è la risposta —. In finale cercherò di controllare quello che è in mio potere: il mio tennis. Questo è un gioco imprevedibile, la partita con Ruud si poteva complicare ma sono stato bravo a restare lì mentalmente e nel secondo set ho alzato il livello».
Gli Usa all’ultimo atto delle Finals per la prima volta dal 2006 (James Blake) l’ultimo ostacolo verso la consacrazione: «Ritrovo Taylor in una partita in cui tutto può succedere. Ci arrivo ottimista, pieno di fiducia». Ci arriva con la 69ª vittoria dell’anno nella sacca, la 10ª consecutiva, la 25ª nelle ultime 26 giocate. Ci arriva da leader dominante di un tennis che non si riconosce più nei Big Three (riuniti a Malaga per l’addio a Nadal), con sei set vinti a Torino e zero persi (36-22 i game), con le banane, i fazzoletti e tutta l’Italia pronta a festeggiare il bambino d’oro, nel frattempo diventato uomo.