Di fronte all’evidente mancanza di soluzioni per i bambini con disabilità e le loro famiglie, due educatrici specializzate, Marine e Camille, hanno deciso di agire. Attraverso la loro nuovissima associazione Entr'Ouvrir, sono convinti di creare un luogo “cocooning” di sostegno, accompagnamento e incontri. Ma il progetto deve già affrontare seri ostacoli.
Nel bacino dell’Alesia, le famiglie di bambini con disabilità affrontano una battaglia quotidiana. Le strutture di accoglienza sono sature e i sistemi di supporto sono largamente insufficienti. “Queste famiglie sono spesso abbandonate a se stesse, senza sostegno, senza nessuno a cui rivolgersi”deplora Marine Cogoluègnes, educatrice specializzata in arti liberali. Con Camille, la sua collega, sono testimoni da tempo di questo disagio. Di fronte a questa constatazione, hanno deciso di unire le forze.
L'associazione Entr'Ouvrir è la loro risposta concreta e umana a questa mancanza di risorse e di solidarietà. “Abbiamo visto quanto le famiglie avessero bisogno di un luogo dove essere ascoltate, accolte e sostenute”spiega Marina. Sul campo, i due educatori assistono impotenti a situazioni che si ripetono: bambini senza una soluzione adeguata, costretti a restare a casa perché non c'è posto negli istituti specializzati. Nel corso del tempo, perdono ciò che hanno imparato, sia nell’apprendimento che nelle interazioni sociali. “Questi bambini finiscono per diventare desocializzati e quando si libera un posto in un istituto medico-educativo (IME), spesso è troppo tardi, non riescono più a integrarsi in un gruppo”rimpiangono le due donne.
Crea un collegamento
Per rispondere a queste esigenze di emergenza, l’associazione creata solo poche settimane fa vuole offrire laboratori didattici incentrati sulla gestione delle emozioni, delle abilità sociali, o anche attività come la cucina o la danzaterapia. Secondo i due professionisti questi sarebbero momenti essenziali affinché i bambini possano riconnettersi con se stessi e con gli altri. “Vogliamo offrire un ambiente stimolante, ma soprattutto premuroso, in cui ognuno possa svilupparsi al proprio ritmo”spiega Marine Cogoluègnes.
I genitori possono finalmente prendere fiato perché l'associazione prevede gruppi di discussione, momenti di tregua e sessioni di sensibilizzazione su temi come l'impatto degli schermi. Tutto è stato progettato per fornire loro un supporto globale. “L’uso degli schermi diventa spesso una stampella per queste famiglie che non sanno più come gestire la situazione. Ma può essere molto dannoso per lo sviluppo di questi bambini già fragili”tuttavia, ricorda Marine Cogoluègnes.
Un progetto frenato dalla mancanza di risorse
Questa grande idea si scontra però con un grosso problema, ricorrente in progetti di questo tipo: la mancanza di premesse. L'associazione necessita di uno spazio adeguato, con stanze separate per i laboratori, una cucina e una stanza sensoriale. Ma in questa fase la ricerca di una location resta infruttuosa. “Abbiamo chiesto prestiti di locali ad altre associazioni, ma è complicato”ammettono educatori specializzati. Entr'Ouvrir ha lanciato una raccolta fondi online, ma la raccolta procede a rilento. Anche l'attrezzatura necessaria, soprattutto per i laboratori sensoriali, rappresenta per le due donne un grande investimento. “Un semplice tappetino multisensoriale, colonne di bolle o un’illuminazione adeguata costano una fortuna”confida Marine. Nonostante le domande di sovvenzione presentate ovunque, i finanziamenti sono lenti. “Ci dicono di restrizioni di bilancio, ma nel frattempo questi sono bambini che restano senza soluzione”sospira l'educatore dopo aver contattato, tra gli altri, la segretaria dei consiglieri di dipartimento.
Un appello alla solidarietà
Nonostante le insidie, Marine e Camille non si arrendono. Questi due educatori, riluttanti a arrendersi, puntano a lanciare le prime attività nel gennaio 2025, con due mezze giornate previste ogni settimana. Uno dedicato ai gruppi di discussione per genitori, l'altro ai laboratori didattici per bambini. Ma tutto dipende dalla possibilità di trovare locali adeguati e le risorse finanziarie necessarie. Intanto i due educatori lanciano un appello alla solidarietà. “Anche un piccolo gesto può fare la differenza”sottolinea Marine, determinata a portare avanti la loro causa. Con questo progetto, Marine e Camille sperano di offrire una ventata di speranza alle famiglie, spesso sopraffatte dalle complessità amministrative e dall'isolamento. “Si sentono davvero abbandonati, persi, senza sostegno. Li lasciamo di fronte a file infiniti, richieste complesse… È così complicato che alcuni finiscono per arrendersi”si lamentano. Una situazione che spinge i due fondatori a perseverare, ben consapevoli dell’impatto che la loro iniziativa potrebbe avere.
Per fare una donazione all'associazione Entr'Ouvrir, vai qui.
CONTATTO
Per contattare Marine e Camille, l'associazione Entr'Ouvrir può essere contattata via e-mail all'indirizzo [email protected] o telefonicamente allo 06 66 89 14 00 / 07 44 56 44 14.