Attenzione: questo articolo contiene spoiler per Gladiatore II.
Ventiquattro anni dopo Il Gladiatore, Ridley Scott è tornato con un travolgente seguito della sua storia epica. Grazie alla CGI all’avanguardia, la grandezza di Roma – e la sua rovina – non sono mai state così mozzafiato.
Il Gladiatore II riprende anni dopo il film originale, ambientato durante il regno dei co-imperatori Caracalla (interpretato da Fred Hechinger) e Geta (Joseph Quinn) all’inizio del III secolo d.C. Il film segue Lucius (Paul Mescal), il figlio di Maximus di Russell Crowe (protagonista del primo film Il Gladiatore). Ora adulto, vive nell’antico regno dell’Africa nord-occidentale, la Numidia, sotto le spoglie di una nuova identità per sfuggire alla politica romana.
Quando le forze romane, guidate dal tribuno Marcus Acacius (Pedro Pascal), invadono la Numidia, accade la tragedia. La moglie di Lucius viene uccisa e lui viene catturato. Acquistato come schiavo dal romano Macrinus (interpretato magistralmente da Denzel Washington), Lucio viene trasportato a Roma. Lì è costretto a entrare nel brutale mondo dei combattimenti tra gladiatori, lottando per portare profitto nell’arena del suo rapitore.
Ma quali di questi personaggi erano basati su veri popoli antichi – e fino a che punto il loro destino corrispondeva all’arco narrativo che hanno nel seguito di Scott?
Per saperne di più: Gladiatore II: un vacillante pollice in alto per un seguito rimaneggiato che non può sfuggire al fantasma di Russell Crowe
La scena iniziale dell’invasione in Numidia, ambientata nel 200 d.C., diverge dalla storia reale. Dopo la vittoria di Giulio Cesare nella battaglia di Thapsus nel 46 d.C., la Numidia (l’odierna Algeria) fu divisa. La parte orientale formò la provincia Africa Nova e la regione occidentale intorno a Cirta divenne una colonia romana. All’inizio del III secolo d.C., l’imperatore romano Settimio Severo (non raffigurato nel film) rese la Numidia una provincia indipendente.
Il ritratto del film di una città ribelle della Numidia sembra più un giocoso cenno alla serie di fumetti francesi Asterix e Obelix, dove un piccolo villaggio sfida la dominazione romana. Invece di riflettere le complessità dell’imperialismo romano, il film adotta il cliché di un piccolo e indomabile gruppo che resiste contro un impero in una città portuale fortemente fortificata.
Questa fusione di mito e storia evoca una sensibilità da fumetto piuttosto che una narrazione storica seria, privilegiando lo spettacolo rispetto all’accuratezza.
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La storia riscritta per il grande schermo
Ambientato nel 200 d.C., il film pone Caracalla e Geta al centro di intrighi politici. Questo nonostante i veri eredi imperiali fossero ancora solo bambini, all’epoca intorno ai nove-dieci anni.
Dipingere i giovani ragazzi come astuti operatori politici è una forzatura che anche lo sceneggiatore più fantasioso potrebbe avere difficoltà a difendere. Inoltre, nel 200 d.C., il loro padre, Settimio Severo, era ancora molto vivo e deteneva il controllo dell’impero, continuando il suo governo per altri 11 anni.
Poi c’è Lucilla (Connie Nielsen), la seconda figlia di Marco Aurelio. Il film la vede in un ruolo di primo piano anche se, sfortunatamente, nella vita reale era stata giustiziata intorno al 181 o 182 d.C., quasi due decenni prima degli eventi del Gladiatore II.
La rappresentazione di Macrinus è un altro passo falso storico. Sebbene salì al potere sotto Settimio Severo e Caracalla, Macrino non divenne imperatore fino al 217 d.C.
Il film drammatizza il ruolo di Macrinus mostrandolo mentre guida Caracalla nell’omicidio di Geta e persino mentre assassina direttamente Caracalla nel Circo Massimo, aggiungendo uno strato immaginario agli eventi storici. Ma in realtà Macrino, pur essendo coinvolto nella congiura per eliminare Caracalla, non uccise fisicamente l’imperatore stesso.
Resoconti storici come quelli di Cassio Dio o Historia Augusta non supportano la rappresentazione del film di Macrinus che accoltella Caracalla in un ambiente così pubblico.
Caracalla fu effettivamente assassinato nel 217 d.C. durante un viaggio da Edessa in Turchia a Carre in Siria. L’assassino, un soldato di nome Martialis, colpì Caracalla con un colpo fatale, secondo quanto riferito per volere dei sostenitori di Macrinus, che cercavano di elevarlo al trono.
Lasciando da parte la cronologia imprecisa, il film è un ritratto opulento dello stile di vita romano nel periodo medio-imperiale. Con scene di battaglia impressionanti, duelli tra gladiatori, grandi festeggiamenti e costumi straordinari, c’è ancora molto di cui divertirsi, anche per gli appassionati di storia più esigenti.