Nella testa di Walid Regragui

Nella testa di Walid Regragui
Nella testa di Walid Regragui
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Walid Regragui ha finalmente voltato pagina sui Mondiali 2022. Il suo discorso e il suo metodo hanno progressivamente cancellato i concetti di zona di comfort, status fisso e rispetto eccessivo per i dirigenti. La gestione del caso Ziyech ne è un esempio. Scartato nel suo club, a corto di giocate e sensazioni, non fa parte del gruppo. Interrogato martedì a Maâmora sulla sua assenza, il Ct degli Undici nazionali ha tracciato una linea di condotta che ha il merito di essere chiara. Se Ziyech non troverà occasioni di gioco significative al Galatasaray o altrove, le porte del “Club Maroc” gli saranno chiuse, perché la competizione si distingue per la sua posizione.

In passato, Ziyech sarebbe stato convocato a Maâmora, se non altro per confortarlo, offrirgli un’atmosfera familiare e rigenerarlo. All’inizio dell’anno Ounahi, Amrabat ed En-Nesyri avevano beneficiato di questa “terapia”.

La nozione di competizione e il criterio del tempo di gioco stabiliranno altre condizioni e altri valori, soprattutto nel campo della difesa. È oggi il progetto più urgente, anche il più preoccupante. In questa fase della stagione il rientrante Masina potrebbe fornire qualche prestazione. Resta da vedere se sarà complementare ad Aguerd e se sarà utile solo nella difesa a tre.

Inoltre, il dibattito attorno al versatile Mazraoui è stato risolto: giocherà a sinistra della difesa, dove gioca al Man U. Non si tratta di spostarlo verso l’asse, almeno non in vista del POTERE. Inoltre, la gerarchia è chiara e chiara: Hakimi e Mazraoui sono molto più avanti dei loro concorrenti.

Infine, sul fronte delle scelte, è chiaro che, poco a poco, Regragui si sta affrancando dalla vecchia guardia. In definitiva, il gruppo corrisponderà al nuovo progetto di gioco delineato dallo scorso giugno. Walid ora ha accettato di rischiare per sbilanciare meglio i blocchi bassi degli avversari. In questo calcio posizionale ci vuole movimento con e senza palla, verticalità e percussione. Con questa filosofia, i giocatori che non hanno mobilità non hanno posto.

Non ultimo, qualche mese fa, il discorso dell’allenatore sembrava congelato, fatto di affetto per i suoi giocatori e un pizzico di provocazione nei confronti dei media. Anche in questo caso il cambiamento è evidente. Walid ora parla di tattica, di piani di gioco e supporta le sue parole con le statistiche. Il tono è deciso e il suo desiderio di spiegare le sue idee è chiaro. Sono tutti spunti positivi prima di avvicinarsi al “money time” delle qualificazioni ai Mondiali. Deve però sapere che il minimo passo falso contro il Gabon o il Lesotho potrebbe far cambiare idea a un pubblico e ai media per natura volubili, così come ai social network, più propensi a bruciare oggi ciò che amavano ieri con una logica a tre step: “leccare, lasciar cadere, linciare”.

Par Amine Birouk

14/11/2024 alle 10:46

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