Il tanto atteso mercato dei futures sarà lanciato questo martedì 12 novembre 2024 a Casablanca dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), dall’Autorità marocchina per il mercato dei capitali (AMMC) e dalla Banca Al-Maghrib (BAM). Hanno anche lanciato la controparte centrale chiamata Clearing House (CCP), che è il fulcro del mercato dei futures.
Considerato dai suoi iniziatori come “una nuova tappa strutturante nella trasformazione delle infrastrutture di mercato“, questi due progetti”verrà completare il mercato dei capitali marocchino e inserirlo nel circolo chiuso dei centri finanziari dotati di un’infrastruttura di mercato integrata, svolgendo pienamente il suo ruolo nel finanziamento della nostra economia», Indica Nadia Fettah Alaoui, ministro dell’Economia e delle Finanze, durante la conferenza stampa organizzata in occasione del lancio del mercato dei futures.
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Questa trasformazione, spiega, si basa in particolare sulla strutturazione della Borsa di Casablanca in una holding che porterà alla sussidiarietà di tutte le attività della catena del valore. Si tratta del mercato spot, del mercato dei futures e della CCP, con una partecipazione “significativa” in Maroclear.
Questo progetto è stato oggetto di un memorandum d’intesa globale tra il MEF, l’AMMC, la BAM, la Federazione Marocchina delle Assicurazioni (FMA), la Borsa di Casablanca, il Gruppo Professionale delle Banche del Marocco (GPBM) e Maroclear.
Per accelerare la realizzazione di questo cambiamento, i leader di questo progetto hanno anche preso la partecipazione attiva delle banche nel capitale del PCC. Il relativo memorandum of understanding è stato firmato tra GPBM e la Borsa di Casablanca.
Le prime richieste di approvazione pervenute all’AMMC
Inoltre, tra gli operatori del mercato è stato firmato un accordo di partnership per lo sviluppo del mercato azionario. Si tratta dell’AMMC, della FMA, della Confederazione Generale delle Imprese Marocchine (CGEM), dell’Associazione Marocchina delle Società di Offerta Pubblica (APE), dell’Associazione delle Società e dei Fondi di Gestione Marocchini (ASFIM), dell’Associazione Marocchina del Capitale Investitori (AMIC) e Associazione professionale delle società di intermediazione (APSB).
In questa occasione, Nezha Hayat, presidente dell’AMMC, ha rivelato che quest’ultima ha già iniziato a ricevere le prime richieste di autorizzazione da parte dei futuri trader e clearing members del mercato dei futures, nell’ambito dell’organismo di coordinamento del mercato dei futures. Allo stesso modo, ha aggiunto, l’AMMC ha recentemente ricevuto il fascicolo relativo al primo prodotto derivato che potrebbe essere quotato alla Borsa dei Derivati dalla società che gestisce il mercato dei futures.
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Per contestualizzare questo lancio del mercato dei futures, Nadia Fettah Alaoui ha sottolineato che i prodotti derivati sono stati, dallo scoppio della crisi finanziaria internazionale del 2008, al centro delle preoccupazioni delle autorità di regolamentazione.
Questi, rileva, hanno avviato, da diversi anni, un importante processo di riforme su scala internazionale, con l’implementazione di requisiti normativi in termini di fondi propri, margini, remunerazione da parte delle controparti centrali e reporting.
Tuttavia, tiene a sottolineare: “la sfiducia generata dai prodotti derivati e il rafforzamento dei requisiti normativi a livello internazionale non dovrebbero oscurare l’importanza di questi prodotti”, su più livelli.
Prodotti derivati: Nadia Fettah invita alla cautela
Si tratta, precisa, della completezza dei mercati finanziari, della continuazione del processo di innovazione finanziaria, del miglioramento della liquidità e dello spessore dei mercati delle attività sottostanti e soprattutto della fornitura di strumenti di copertura dei rischi commerciali e finanziari ad un’ampia gamma di utenti finali (aziende private e pubbliche, asset manager, fondi pensione, banche, governi, ecc.).
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Per il Ministro, la regolamentazione dei derivati costituisce sempre una preoccupazione per le economie avanzate, ma rappresenta una questione importante anche per i Paesi emergenti e in via di sviluppo. Questi, a suo avviso, devono garantire un delicato equilibrio tra, da un lato, una maggiore integrazione nel mercato finanziario internazionale e l’attrazione di investimenti diretti esteri (IDE) e, dall’altro, una migliore protezione dell’economia dai rischi finanziari.
Avverte che un massiccio afflusso di capitali può portare al surriscaldamento dell’economia e alla creazione di bolle speculative, mentre un improvviso deflusso di capitali può causare una crisi finanziaria. Il che richiede”garantire il corretto utilizzo degli strumenti derivati senza rallentare l’innovazione», raccomanda.