Da sabato 9 novembre, 140 persone sono ricoverate all’ospedale regionale di Médiouna, alla periferia di Casablanca. Afflitti principalmente da febbre, dolori addominali e vomito, hanno subito un’intossicazione alimentare dopo aver consumato i pasti in una “mahlaba” locale.
L’entità di questo avvelenamento collettivo ha richiesto l’intervento delle autorità sanitarie per garantire cure rapide, arrivando fino a imporre trasferimenti in altre strutture sanitarie. “All’alba di lunedì 11 novembre il numero dei casi di avvelenamento ha raggiunto quota 140, di cui 39 minori.“, dichiara il dottor Mounir Bouabid, direttore ad interim dell’ospedale regionale di Médiouna e capo del pronto soccorso.
«Due bambini, rispettivamente di quattro e cinque anni, sono stati trasferiti all’ospedale materno-infantile Abderrahim Harouchi di Casablanca a causa della gravità delle loro condizioni.», aggiunge, precisando che il primo ha potuto lasciare l’ospedale, mentre il secondo è ancora lì posto in osservazione.
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«La maggior parte dei casi non era critica, anche se alcuni pazienti hanno manifestato sintomi di vomito, febbre, diarrea e dolore intenso. Dopo che le loro condizioni si sono stabilizzate, la maggior parte è stata tenuta sotto osservazione prima di poter lasciare l’ospedale.“, precisa.
I primi casi di avvelenamento si sono registrati nel corso della giornata di sabato, ma gli interessati hanno riferito di aver avvertito i sintomi già giovedì 7 novembre, prima che peggiorassero spingendoli a consultare l’ospedale.
«Resta da determinare la causa esatta di questo avvelenamento, poiché i pazienti hanno consumato pasti diversi in questo locale», spiega il dottor Mounir Bouabid. Domenica un’équipe della delegazione della Salute si è recata sul posto per prelevare campioni di tutti i cibi offerti dal fast food. Saranno sottoposti ad analisi per identificare eventuali sostanze tossiche che potrebbero contenere.