Mohamed Ojar, ex ministro della Giustizia, ha dichiarato: “Si rammarica dell’emissione di sentenze giudiziarie contro i giornalisti o del loro arresto per qualsiasi motivo”, sottolineando che personalmente non avrebbe citato in giudizio un giornalista se fosse stato ministro della Giustizia, ma allo stesso tempo volta ha sottolineato il diritto del ministro di ricorrere alla magistratura.
Rispondendo ad una domanda sulla sentenza emessa contro il giornalista Hamid El Mahdaoui, un anno e mezzo di reclusione e una multa di 150 milioni di centesimi a favore dell’attuale ministro della Giustizia, Abdel Latif Wehbe, Ojar ha detto durante la sua conferenza simposio presso la Fondazione dei Giuristi di Tétouan lunedì sera: “Come ex ministro della Giustizia e ultimo ministro della Pubblica Accusa nella storia del… Marocco, “mi impegno al dovere di cautela nel commentare il lavoro della magistratura in quanto autorità indipendente”.
Ma ha aggiunto: “Come cittadino e come attivista per i diritti umani, mi dispiace, qualunque sia il motivo, quando un giornalista viene arrestato e quando viene emesso questo tipo di sentenza”.
Ogar ha continuato dicendo: “Noi affermiamo con tutta obiettività e integrità che il ricorso alla magistratura è un diritto umano… Se il Ministro della Giustizia fosse insoddisfatto di una situazione in cui ritiene di essere stato oggetto di calunnie, abusi e calunnia, e lui è ricorso alla magistratura… non siamo di fronte ad arresti arbitrari o qualcosa del genere, ma piuttosto siamo di fronte… Un governante ordinario.
In relazione a questo tema, Ojar ha affermato che in Marocco è tempo di avviare un vero dialogo per trovare un equilibrio tra la libertà di espressione e la prevenzione di abusi, calunnie e diffamazioni.
Ha aggiunto: “Personalmente provo dolore a causa del terribile attacco alle istituzioni in Marocco, inclusa la diffamazione e la demonizzazione delle istituzioni di sicurezza e delle istituzioni sovrane senza dati oggettivi”. “Non possiamo continuare a guardare le istituzioni nazionali insultare e umiliare”. dice Ogar.