Il primo scontro si è giocato tra il Benfica di Bruno Lage e l'FC Porto di Vítor Bruno, due squadre con differenze rispetto al recente passato.
Da parte del Benfica, il tecnico sta consolidando il 4x3x3, una struttura e una dinamica diversa rispetto al suo predecessore.
Dal lato del Porto, Vítor Bruno utilizza una struttura (4x2x3x1/4x4x2) e dinamiche simili al passato in alcuni punti, ma sta ricostruendo la squadra (quasi tutta nuova linea difensiva) e cercando di dare il suo tocco personale.
Pertanto non erano previsti grandi cambiamenti tattici per questa partita, con ogni giocatore che cercava di imporre il proprio calcio e il proprio stile. Nel caso dell'FC Porto, Nico questa volta ha giocato in una zona più avanzata (ha giocato così o più indietro), con Fábio Vieira sul lato destro.
1. La strategia del Benfica prevedeva una pressione soffocante sulla prima linea avversaria
La classica è stata intensa, con ritmo e velocità elevati, con le squadre che hanno messo pressione. Una partita iniziata equilibrata, ma che si è sbilanciata con il maggiore dominio e capacità del Benfica. Da notare che è stata una partita con pochi falli, cosa non sempre frequente in queste partite, e da sottolineare positivamente per la qualità dello spettacolo.
L'FC Porto ha avuto più possesso palla per molto tempo, ma il Benfica ha finito per essere più inserito nel centrocampo offensivo, diventando più pericoloso, dominante e creando più difficoltà. Per raggiungere questo obiettivo, la strategia del Benfica si è basata su un pressione altissima, estremamente intensa e coordinata (asfissiante in molti momenti) che lo ha permesso, da un lato. annullare il gioco dell'avversario con la palla e. d'altra parte. si insedia nella metà campo offensiva, lanciando attacchi rapidi e costanti verso la porta di Diogo Costa.
Per fare questo, è partito con una struttura difensiva 4x1x4x1, riuscendo ad essere molto forte nel mettere pressione sul portatore di palla e sulle prime linee della costruzione del Porto.
2. Il Benfica è pronto a togliere a Diogo Costa la capacità di trovare soluzioni sotto pressione
Pavlidis è stato fondamentale nel indicare la pressione, saltando con la palla sul primo difensore centrale e cercando di tagliare le linee di passaggio, che poi ha avuto l'aiuto dei centrocampisti, molto alti nel pressare, e delle ali, anch'esse intense e veloci nel premere tanto al centro quanto nei corridoi laterali.
Il Benfica annulla così la linea di passaggio del portiere e toglie un'arma importante all'avversario: la capacità di Diogo Costa di trovare soluzioni dietro la pressione. In questo senso bisogna sottolineare la grande influenza e importanza di avere un giocatore come Aursness che gioca come centrocampista.
Anche Di Maria ha dimostrato di essere in ottima forma e concentrato in difesa, spesso viene visto come un giocatore che non difende. Insomma, quindi, un lavoro molto intenso e coordinato da parte di centrocampisti, ali e attaccante, che ha permesso alla squadra di stare sempre alta e di conquistare tanti palloni. Blocca sempre insieme e compatto.
3. L'FC Porto ha insistito sull'errore di costruire corto e ha avuto meno coordinazione nella prima linea di pressione
L'FC Porto ha provato ad uscire da questi vincoli con collegamenti essenzialmente brevi, ma ha avuto molte difficoltà, finendo per riuscirci solo negli spazi. Ha avuto difficoltà a posizionare i suoi centrocampisti in vantaggio e a far fluire la palla, per arrivare dietro le linee di pressione avversarie. Ho provato a partire con alcuni movimenti di Nico nel corridoio di sinistra e qualche volta (poche volte) con un centrocampista che entra in mezzo ai difensori centrali.
La squadra ha insistito per provare a costruire da dietro, ma mancavano le capacità e le soluzioni per riuscire a collegare il proprio gioco più in avanti e ad inserirsi in questo modo nel centrocampo offensivo. Sono stati pochi i momenti in cui è arrivato in vantaggio con qualità, finendo per segnare un gol con un movimento tipico: Francisco Moura è arrivato da dietro per crossare e Samu ha concluso.
Quando ha provato a pressare da davanti, è riuscito meno ad annullare il gioco del Benfica. Meno coordinamento della prima linea di pressione. Anche se non sempre ha permesso al Benfica di rimontare comodamente, non è riuscito nemmeno a conquistare palloni alti e non ha costretto l'avversario a commettere errori. Il Benfica è quindi riuscito a trovare meglio i passaggi dietro la pressione, spesso cercando movimenti di supporto dell'attaccante al centro per un collegamento più diretto.
4. Dinamica molto forte sulla fascia destra del Benfica
Il Benfica ha mostrato, inoltre, grande dinamica e intensità con la palla. Sapeva far muovere la palla velocemente, con grande sicurezza e qualità. È stata molto veloce nell'attaccare la porta dell'FC Porto dopo aver conquistato la palla (come nel secondo gol) e inoltre, negli attacchi di posizione, ha fatto affidamento sulla forte dinamica della fascia destra. Di Maria è partito da posizione aperta, poi è partito in modo dinamico con il terzino destro e il centrocampista.
La squadra ha posizionato più persone da questa parte e ha creato diverse giocate da questo corridoio (come è successo nel secondo gol). Sul lato sinistro c'erano meno persone, lasciando spazio all'ingresso di Carreras (primo gol), con Akturkoglu che si spostava all'interno, vicino all'attaccante, per fornire più linee di passaggio e combinazioni in quelle aree.
Quando l'FC Porto si preparava a fare la prima mossa, ha subito il terzo gol e, cercando ancora di correre più rischi nella sequenza, non è riuscito a cambiare il risultato della partita. Il Benfica è stato più capace, a partire dalla strategia del pressing per controllare e dominare il gioco, per poi aggiungere velocità e qualità con la palla, che gli hanno permesso di crescere sempre nel gioco e arrivare alla vittoria con naturalezza.