La mattina presto dell’11 novembre 1918, i plenipotenziari tedeschi firmarono l’armistizio sul carro di comando del maresciallo Foch, installato nella radura di Rethondes nella foresta di Compiègne. Alle 11 il “cessate il fuoco” risuona vittorioso su tutto il fronte, ponendo fine a quattro anni di terribile guerra. La firma dell’Armistizio segna la fine dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, la vittoria degli Alleati e la totale sconfitta della Germania. Il trattato di pace sarà poi firmato a Versailles, il 28 giugno 1919. Un trattato che porrà davvero fine allo stato di guerra.
106esimo compleanno
Le cerimonie dell’11 novembre celebrano l’armistizio della Prima Guerra Mondiale. A Mentone, la commemorazione del 106° anniversario è iniziata in Place des Victoires dove dieci corone sono state deposte ai piedi del monumento ai caduti, tra cui quella della Città, da parte del sindaco Yves Juhel, accompagnato dagli eletti del consiglio comunale della gioventù e dagli studenti dalle scuole locali. Una cerimonia tra omaggio e trasmissione. Un nuovo dovere di memoria per non dimenticare mai che 106 anni fa il Paese pianse i suoi morti, curò i suoi feriti, bendò le sue ferite…
Dovere di lucidità
« L’orgoglio della vittoria si mescola al corteo delle ombre dei “morti in terra”, accompagnati da chi li piange. Sono questi i sacrifici che commemoriamo oggi, ai quali si aggiunge, dal 2012, quello di tutti coloro che sono morti per la Francia. Onorare la loro memoria significa ascoltare ciò che ancora oggi ci raccontano. Ci lasciano un dovere di gratitudine, di lucidità e di speranzaha dichiarato il 1° deputato, Patrice Novelli, leggendo il messaggio del Ministro delle Forze Armate e dei Veterani.
Il dovere della lucidità è non dimenticare che 21 anni dopo il silenzio delle armi, fu necessario riprendere le armi nel 1939. La concomitanza di codardia e cecità trasformò il “Der des ders” in un “armistizio ventennale”. per usare le parole del maresciallo Foch. Nel momento in cui la tragedia della guerra ritorna in Europa, nel momento in cui alcune potenze mettono in discussione tutti i fondamenti dell’ordine e del diritto internazionale, quelli di 14 e di tutte le guerre mormorano per continuare a difendere la pace. »
Gli sbandieratori hanno poi guidato il corteo fino alla chiesa del Sacro Cuore dove padre Michel Maignant ha celebrato la messa di ringraziamento. Davanti al monumento ai caduti della chiesa, il sindaco e il parroco hanno reso omaggio ai mentonesi caduti durante la Grande Guerra.
Il Monumento ai Caduti
Inaugurato il 3 giugno 1928 in Place des Victoires, il Monumento ai Caduti in memoria delle vittime del conflitto è uno dei più imponenti di Francia considerando le dimensioni della città. La “Vittoria alata in bronzo su colonna ionica con capitello rovesciato” nasce dieci anni dopo la fine della guerra del 14-18, “in memoria dei coraggiosi figli del Paese che morirono per la Francia mentre si preparava alla vittoria”. Una vittoria che, nell’inconscio del Mentone, è il simbolo dell’attaccamento della città alla Francia. Paese al quale aderì nel 1861, poco più di mezzo secolo prima…
Antoine Sartorio
La città deve la sua costruzione al sindaco François Fontana, al marmorario Jules Molinari, al cavatore Paul Molinari, all’imprenditore Vendôme Viale e allo scultore Antoine Sartorio. Questo artista, nato a Mentone nel 1885, si guadagnò il titolo di scultore ufficiale della Grande Guerra sul fronte orientale come semplice soldato. A partire dal 1918, Antoine Sartorio si specializza nell’arte monumentale che inizia con la realizzazione di monumenti ai caduti richiesti da molti comuni francesi.
Realizzò in particolare il cenotafio presentato alla veglia funebre il 13 luglio 1919 sotto l’Arco di Trionfo a Parigi. Tra le sue opere civili citiamo il ponte Mirabeau sulla Durance, la facciata del Palais de la Méditerranée a Nizza, il monumento per il centenario della fondazione del Brasile, le decorazioni del Palais de Chaillot a Parigi e il bas- rilievi del palazzo di giustizia di Mentone.