dopo sei mesi di crisi, la Nuova Caledonia tra pacificazione e incertezze

dopo sei mesi di crisi, la Nuova Caledonia tra pacificazione e incertezze
dopo sei mesi di crisi, la Nuova Caledonia tra pacificazione e incertezze
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Questa riforma, alla quale i separatisti si opponevano strenuamente perché l’apertura ai nuovi arrivi avrebbe diluito il loro peso elettorale, aveva dato luogo a mobilitazioni molto significative – lealisti e separatisti allo stesso modo – nelle strade di Nouméa nelle settimane precedenti il ​​13 maggio. L'incapacità di ristabilire l'ordine ha portato lo Stato a istituire lo stato di emergenza il 14 maggio – è stato revocato il 28 – e a inviare rinforzi: fino a 6.000 membri della polizia saranno dispiegati nel Pacifico meridionale.

Emmanuel Macron è volato lì il 22 maggio per cercare di rilanciare il dialogo. Senza successo, anche se dopo questa visita, la cellula di coordinamento dell’azione sul campo (CCAT), uno strumento di mobilitazione per l’Unione Caledoniana, il principale partito indipendentista caledoniano, ha avviato una riduzione della tensione. L'arresto dei principali leader del CCAT a metà giugno, accusati di essere gli autori degli abusi, ha riacceso per un certo periodo la violenza.

Il contesto era ancora teso quando l’Assemblea nazionale fu sciolta. Il 7 luglio, al termine di una campagna difficile, il lealista Nicolas Metzdorf ha vinto il primo collegio elettorale quando Emmanuel Tjibaou, candidato dell'UC, è diventato il primo deputato caledoniano pro-indipendenza in quasi 40 anni.

Altro dato politico importante: nonostante un corpo elettorale completamente aperto, i voti a favore dei separatisti, che hanno trasformato la campagna in un voto a favore o contro l'indipendenza, hanno superato quelli dei lealisti (83.123 contro 72.897).

Sull'orlo del collasso

Il ritorno alla normalità è iniziato all’inizio di settembre, quando il FLNKS (Fronte Kanak e Socialista di Liberazione Nazionale) ha deciso di revocare la mobilitazione per consentire la ripresa dei negoziati. Durante questo congresso, Christian Tein, leader del CCAT detenuto nella Francia metropolitana, è stato nominato presidente del FLNKS, una decisione shock che accentua le divisioni tra i rami indipendentisti.

Alcune zone sono rimaste sotto tensione per molto tempo, in particolare la tribù di Saint-Louis, vicino a Nouméa, dove le autorità hanno mantenuto restrizioni alla circolazione per contenere numerosi attacchi e furti d'auto. La morte di due giovani durante gli scontri del 18 settembre sembrò accelerare le trattative, consentendo un graduale ritorno alla calma.

L'appeasement ha permesso di iniziare ad affrontare l'emergenza economica e finanziaria del “Caillou”. Secondo il governo locale i disordini hanno causato danni per oltre 2,2 miliardi di euro. I posti di lavoro persi sono migliaia, le perdite fiscali per le comunità sono enormi e i servizi pubblici sono sull’orlo del collasso.

“Umiltà e coraggio”

Pierre-Christophe Pantz, dottore in geopolitica con sede a Nouméa, resta tuttavia “pessimista” riguardo al futuro istituzionale. “Finché non troveremo soluzioni alla situazione finanziaria, sarà difficile riprendere le discussioni”, ritiene alla vigilia della missione dei presidenti dell’Assemblea nazionale e del Senato, Yaël Braun-Pivet e Gérard Larcher, con l’obiettivo di facilitare la ripresa del dialogo. Avviata nel discorso di politica generale di Michel Barnier il 1° ottobre, questa missione segna anche la rottura rivendicata dal nuovo governo nella gestione della questione caledoniana.

Ma i negoziati richiederanno “umiltà e coraggio”, insiste Pierre-Christophe Pantz. In un momento in cui le posizioni si sono radicalizzate, sia i leader indipendentisti che quelli lealisti “dovranno far sì che le loro basi accettino compromessi mentre la popolazione osserva una sfiducia nei loro confronti”.

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