Una madre traccia con un pennarello l’iscrizione sulla lapide della figlia, morta quando lei non aveva nemmeno un anno. Un altro cambia l’acqua ai fiori posti tra animali imbalsamati e sassi disegnati. Un padre, Stefano, invece, pulisce la stele con il nome della sua piccola Sara, la cui gravidanza è stata interrotta all’undicesima settimana nel luglio 2021. Scene innaturali – perché tali sono quelle di un padre in lutto per la morte del figlio, soprattutto così piccoli – accolgono l’arrivo del Papa al Cimitero Laurentino, in zona Castel di Decima, dove Francesco, per la seconda volta dopo il 2018, ha voluto celebrare quest’anno la messa per la commemorazione il defunto
La prima tappa, come sei anni fa, è stata il “Giardino degli Angeli”, l’area di 600 metri quadrati dedicata alla sepoltura dei bambini mai venuti al mondo, a causa di interruzioni di gravidanza o altri problemi durante la gravidanza. Tomás, Matías, María, José, Andrés, Ariana: i loro nomi sono scolpiti nella pietra o su una stele di legno, incisi o scritti a mano in oro.
Molti hanno la parola “feto” prima del nome, quasi tutta la prima fila è occupata dai bambini del 2024. Attorno a loro ci sono animali di peluche della Disney o altri personaggi dei cartoni animati, palloncini, girandole, plaid e altri oggetti usurati dal fango e dalla pioggia . Restituiscono il sorriso a un luogo di sole lacrime. Il Papa è arrivato intorno alle 9,45 in macchina, percorrendo il lungo corridoio dove, da un lato, si trovano i muri di lapidi del cimitero comunale, il terzo più grande di Roma; Dall’altro, la piazza con un centinaio di persone radunate fin dal primo mattino sotto il piccolo palco bianco dove Francesco ha celebrato la messa del 2 novembre.
Al suo arrivo al “Giardino degli Angeli”, il Pontefice – su sedia a rotelle – ha percorso tutta la strada sterrata osservando una per una le lapidi. Si fermò a metà e rimase qualche minuto da solo, in preghiera e in silenzio. Dopo tutto, quali parole esprimere? Lo ha detto lui stesso nel recente videomessaggio per le intenzioni di preghiera del mese di novembre, dedicato alle mamme e ai papà che attraversano la sofferenza atroce della perdita di un figlio o di una figlia.
«Le parole di conforto a volte sono banali o sentimentali e inutili. Anche se vengono dette con naturalezza e con le migliori intenzioni, possono finire per amplificare la ferita», dice il Papa nel video. Il momento di riflessione è stato interrotto dal breve scambio di battute con Stefano, che per tutto il tempo ha aspettato il Papa accanto al giardino. Quando arrivò si inginocchiò e gli strinse la mano, raccontò brevemente la sua storia e indicò la tomba di suo figlio. Francisco annuì e scosse il braccio, poi prese la lettera che l’uomo gli aveva consegnato. Subito dopo il Papa si è recato nell’area antistante, dedicata anche alla sepoltura dei bambini morti prematuramente.
Alcuni parenti stavano dietro le transenne, salutando con discrezione, reggendo vasi e mazzi di fiori. Il Papa ha posto un grande mazzo di rose sotto la targa che porta la scritta “Giardino degli Angeli”, circondato da altri animali imbalsamati, statuette di angeli in gesso, appunto, un volto di Cristo, un cuscino di Cenerentola.
In macchina, Francisco si è diretto verso il box, illuminato da un insolito sole romano che ha fatto sembrare questo 2 novembre una giornata quasi primaverile. L’ombra era fornita solo dal grande muro di mattoni bianchi con la scritta Vita mutatur non tollitur.
La gente ha salutato Jorge Mario Bergoglio con grida sommesse di “W il Papa” dettate dall’affetto, ma consapevoli del luogo e dell’occasione. Papa Francesco ha salutato brevemente i fedeli, soffermandosi in particolare sui malati in sedia a rotelle, posti in prima fila. Al suo arrivo è stato ricevuto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che gli ha stretto la mano e ha scambiato qualche parola.
L’afflusso di parenti in visita e a salutare i propri cari defunti è continuato per qualche tempo. Tutto si è fermato con l’inizio della celebrazione. Al momento dell’omelia, il Papa è rimasto in silenzio, con il capo chino, in meditazione e preghiera. E ha recitato le preghiere della liturgia del giorno:
Ha poi benedetto tutti i presenti e ha offerto una preghiera di suffragio e di benedizione per coloro che hanno lasciato questo mondo e ha chiesto a Dio conforto per coloro che sperimentano la sofferenza della separazione. La preghiera dell’Eterno Riposo e gli applausi della folla hanno concluso questa celebrazione.
Prima di salire in macchina per tornare in Vaticano, il Papa si è subito fermato con i fedeli presenti. Un altro saluto al sindaco Gualtieri e una benedizione ad una giovane donna incinta hanno concluso il momento. Intanto in piazza si sono radunate, commosse, le “Scintille della speranza”, un gruppo di mamme che hanno tutte condiviso la perdita di un figlio o di una figlia molto giovane per motivi diversi. Lo hanno fatto dopo il Giubileo della Misericordia grazie al rettore di Gesù Risorto, la parrocchia del cimitero, che – dicono – “ci ha donato la speranza della risurrezione e dell’accoglienza, l’unica cosa di cui abbiamo bisogno, insieme alla condivisione del nostro dolore. “Viviamo insieme il nostro dolore.”
Ci sono gli orfani, le vedove, perché genitori come noi, spiegano le donne, «non c’è una parola che ci identifichi». Si sono presentati abbinando il loro nome a quello del figlio: Francesca, l’organizzatrice, mamma di Giorgia morta a 15 anni, Caterina mamma di Marina, Maria Teresa de Daniele, Shanti de Marco, e poi Roberta che ha perso il suo Claudio, un’altra Roberta madre di Chiara, Nazarena madre di Chiara e Angela de Cinzia.
Tutti hanno consegnato al Papa un fazzoletto bianco: “È il nostro abbraccio affettuoso per lui, un abbraccio simbolico anche da parte dei nostri figli”, hanno spiegato, ringraziando il Pontefice per il suo silenzio “serio e rispettoso” durante la messa e la sua presenza alla Laurenziana. Cimitero: “Una testimonianza di affetto. “Un modo in più per essere vicini ai nostri figli.”
Visitando il cimitero, luogo di riposo dei nostri fratelli e sorelle defunti, rinnoviamo la nostra fede in Cristo, che morì, fu sepolto e risorto per la nostra salvezza. Anche i corpi mortali si risveglieranno nell’ultimo giorno e coloro che hanno dormito nel Signore si uniranno a Lui nel trionfo sulla morte. Con questa certezza eleviamo al Padre la nostra unanime preghiera di suffragio e di benedizione.
Benedetto sei tu, o Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati mediante la risurrezione di Gesù dai morti fino a una speranza viva, a un’eredità che non marcisce e non appassisce; Ascolta la preghiera che ti rivolgiamo per tutti i nostri cari che hanno lasciato questo mondo: apri le braccia della tua misericordia e accoglili nell’assemblea gloriosa della santa Gerusalemme.
Consola chi soffre il dolore dell’addio con la certezza che in te vivono i morti e che anche i corpi affidati alla terra parteciperanno un giorno alla vittoria pasquale del tuo Figlio.
Tu che hai posto la Beata Vergine Maria come segno luminoso sul cammino della Chiesa, per sua intercessione sostieni la nostra fede, affinché nessun ostacolo ci faccia deviare dal cammino che conduce a te, che sei gioia infinita. Per Cristo nostro Signore.
SALVATORE CERNUZIO