18 mesi di carcere, di cui 6 sospesi, 30.000 euro e tre anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria, queste sono le richieste del pubblico ministero contro Louis Aliot, questo mercoledì, 13 novembre, nel processo contro gli assistenti parlamentari della RN. Minacciato di perdere il mandato, il sindaco di Perpignan critica “requisizioni prevedibili e fermamente contestate”.
Mentre Marine Le Pen, contro la quale il pubblico ministero ha chiesto 5 anni di carcere di cui 3 con sospensione condizionale, pena modificabile e 5 anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria, ha reagito alla stampa subito dopo l'udienza di mercoledì sera a Parigi, Louis Aliot ha preferito per esprimersi sul suo account Facebook. “Non c'è da meravigliarsi che i magistrati della Procura abbiano perseverato nel loro discorso di accusa e di fermezza, chiedendo condanne ingiuste e sentenze sproporzionate qualora fossero previste queste requisizioni – perché prevedibili data la gravità dell'accusa che abbiamo dovuto affrontare da più di dieci anni – non sono però temuti”, castiga il sindaco di Perpignan.
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“Misuro il sentimento di aggressività che può passare attraverso gli 11 milioni di elettori del Raggruppamento Nazionale”
“Sono addirittura fermamente contestati. In questo caso, dove non siamo accusati di alcun arricchimento personale, abbiamo presentato tutti gli argomenti comprovanti l'onestà dei deputati ed ex deputati presi di mira dalle denunce del Parlamento europeo. In termini di diritto, tutto quanto per quanto riguarda gli elementi di fatto del fascicolo, abbiamo dimostrato l'impossibilità di assimilare gli assistenti parlamentari a funzionari del Parlamento europeo ai quali si potesse dettare la natura delle loro attività. Il processo che si sta concludendo ci ha permesso, inoltre, di ricordare , che non è più possibile rimproverarci di aver chiesto ai nostri collaboratori di partecipare alla difesa delle idee politiche alle quali aderiamo e di contribuire alle nostre attività militanti”, insiste il dirigente della RN che si è sempre rifiutato di lavorare ad un piano B alla guida del municipio di Perpignan, non credendo in una possibile sanzione di ineleggibilità.
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“Rimango quindi altrettanto fiducioso e sereno, perché convinto che queste richieste non possono essere seguite dalla Corte, e che quindi non lo saranno! Tuttavia, misuro il sentimento di aggressività che può attraversare gli 11 milioni di elettori del Raggruppamento Nazionale , voglio dire loro che a Perpignan, come ovunque in Francia, non devono esserci dubbi che saremo ancora in grado, domani, di continuare a difendere gli interessi della Nazione e dei nostri concittadini”, conclude colui che dovrebbe conoscere il suo giudizio all'inizio del 2025.