Il risultato della propria attività ammonta a 361,4 milioni di euro (+25%), per un risultato lordo di gestione di 44,2 milioni di euro, in forte aumento, ed un risultato netto negativo di -25,7 milioni di euro (era -47,5 milioni di euro rispetto al precedente anno finanziario).
Un forte aumento dell'attività “eventi” (43,4 milioni di euro o +161%), il pagamento CVC da parte della LFP e la vendita del calcio femminile dell'OL sono gli elementi principali di questi risultati in miglioramento. Vengono prese in considerazione anche le vendite di Arena e OL Reign.
Si segnala inoltre un incremento dell'indebitamento finanziario, passato da 458 milioni di euro a 505 milioni di euro.
Diverse opzioni strategiche
Eagle ha dettagliato la sua strategia, tornando al piano di razionalizzazione dei costi operativi che potrebbe portare ad un piano di partenza volontaria. Il gruppo sta valutando diverse ipotesi:
“L’apporto di 75 milioni di euro entro fine dicembre sotto forma di patrimonio netto e/o provento della cessione di giocatori posseduti dai club del gruppo, l’apporto di un importo massimo di 40 milioni di euro dalla prevista cessione della propria partecipazione al Crystal Palace, il contributo per un importo massimo di 100 milioni di euro all'inizio del 2025 nell'ambito del progetto IPO a New York, il completamento dei trasferimenti dei giocatori durante la finestra di mercato di gennaio 2025, la firma di una rinuncia di cui si sta discutendo in corso (una rinuncia temporanea o definitiva a determinati diritti o obblighi contrattuali concordati tra due parti, ndr)».
Conti non certificati dai revisori?
La fine del comunicato solleva tuttavia degli interrogativi. “Sebbene il gruppo ritenga probabile che tutte o parte di queste operazioni di finanziamento saranno completate, qualsiasi ritardo significativo o mancata realizzazione di questi flussi di cassa potrebbe mettere in discussione il principio di continuità operativa della società e delle sue controllate.
E Eagle conclude che “i revisori stanno valutando il rilascio dell'impossibilità di certificare i conti societari e consolidati”.