Sporting-Man. Città. 4-1 «Ciao Manchester, adesso sai chi è Amorim…» (cronaca)

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Sessant'anni dopo il 5-0 sul Manchester United, lo Sporting ha fatto ancora una volta la storia ad Alvalade, battendo il Manchester City in una notte magica, in cui il pragmatismo di Amorim ha avuto la meglio sul lirismo di Guardiola

Cominciamo dalla fine, e dal ritorno olimpico che ha segnato l'addio di Rúben Amorim ad Alvalade. Se fosse un film vincerebbe tutti gli Oscar, se fosse un dipinto sarebbe al Louvre, se fosse un'opera sarebbe ambientata alla Scala di Milano. Sublime, emozionante, travolgente.

Veniamo quindi al gioco, che va diviso in almeno quattro parti, dal punto di vista del Leone: tremare, sopravvivere, credere e vincere.

AGITARE E SOPRAVVIVERE

Lo Sporting inizia male la partita, a disagio quando il City pressa forte, senza spazio per avere palla e tanto meno per armare adeguatamente gli attaccanti. E, come se non bastasse, una perdita di palla in zona vietata da parte di Morita a Foden ha portato la palla in fondo alla rete di Franco Israel. Si temeva il peggio. Mentre i Lions, con il loro consueto sistema, non sono riusciti a liberarsi dal corsetto del quattro volte campione inglese, che ha portato come novità tattica il posizionamento del presunto difensore destro, Rico Lewis, ovunque fosse necessario creare superiorità numerica per un tiki-taka che arrivava ad avere momenti di grande qualità, il City crea occasioni per estendere il vantaggio, con lo Sporting che non solo beneficia dell'abnegazione difensiva della squadra, dovendo spesso optare per soluzioni meno accademiche, e soprattutto di Franco Israel, che, con una manciata di fermate di grande valore, mantenevano lo svantaggio tangenziale. Sono stati almeno 30 minuti con il cuore in mano, con solo un'ammonizione di Gyokeres all'8' che, da solo, ha regalato palla a Ederson. In effetti, Gyokeres, oltre alla 'tripletta' che le statistiche gli attribuiscono, avrebbe dovuto meritarsi un altro gol quando, al 28', respinge sulla linea un pallone di testa di Haaland che si dirigeva verso le retrovie. la rete dei leoni.

CREDERE E OBIETTIVO

Dopo mezz'ora di gioco, il City travolgente scompare e lascia il posto ad una squadra che decide di riposarsi con la palla e provare ad attirare lo Sporting. La strategia è andata male, perché i leoni hanno iniziato a esibirsi in modo più normale, hanno provato alcune delle routine che conoscono bene e in una di queste, guidati da Quenda, con un ottimo passaggio, e Gyokeres, con un finale superbo, hanno pareggiano il punteggio al 38' e riescono ad entrare nella ripresa con rinnovata energia, mentre gli inglesi cominciano ad essere tormentati da qualche dubbio sulla consistenza difensiva.

L'attaccante svedese ha segnato tre gol e ha perdonato più del solito

Il secondo tempo non poteva iniziare meglio per la squadra di casa che aveva il primo possesso di palla. E cosa hanno fatto? Con sette tocchi, senza che nessun “cittadino” avesse toccato la palla, Maxi Araujo, su passaggio di Pedro Gonçalves, ha battuto per la seconda volta l'indifeso Ederson. La 'rimonta' era stata fatta e ora toccava al Manchester City recuperare le perdite. E quando era pronta, la squadra di Guardiola, al 49', ha preso un vero e proprio colpo al naso, quando, dopo un fallo in area di Gvardiol su Trincão, sempre dopo un contropiede che ha distrutto l'ultima roccaforte del City, Gyokeres ha segnato due volte, questa volta dal dischetto.

Con due gol di vantaggio, lo Sporting ha subito aggiunto altri quattro uomini, due dei quali, Pedro Gonçalves e Trincão, davanti a una linea difensiva a cinque, con libertà di avviare azioni di contropiede con Gyokeres come destinazione finale della palla.

Rúben Amorim: «Prendere Gyokeres? La stagione deve finire al Marquês»Rúben Amorim: «Prendere Gyokeres? La stagione deve finire al Marquês»

L'allenatore non ha nascosto il momento speciale in un addio ad Alvalade che non dimenticherà mai. Parlò della stellina e disse: “Stava scritto”

Il Manchester City ha avuto il controllo del territorio (nel primo tempo aveva il 71% di possesso palla e ha concluso con il 66), ma ha mostrato grande difficoltà a penetrare nell'organizzazione esemplare dello Sporting. Finché Bernardo Silva, al 66', calciò, la palla colpì il braccio di Diomande e l'arbitro indicò gli undici metri. Mancavano 24 minuti alla fine della partita e un gol del City sarebbe sinonimo di rientro in partita. Erling Haaland, stella dell'impresa, però, colpisce il palo e Alvalade reagisce come se fosse stato un gol di Gyokeres. Questa mossa sfortunata per gli inglesi ha avuto il potere di mantenere concentrato e concentrato lo Sporting, mentre la squadra di Guardiola, minuto dopo minuto, ha mostrato segnali di poca fiducia nella possibilità di portare ancora a casa un punto da Alvalade. E quello che gli inglesi, che nel frattempo avevano mandato Gundogan e Doku e poi Kevin de Bruin, non sapevano era che mancava ancora la ciliegina sulla torta: Genny Catamo, entrato nel frattempo da sinistra, ha rubato palla di Matheus Nunes e l'ex sportivo sbaglia un rigore che Gyokeres (80') trasforma, siglando una storica tripletta e eguagliando Osvaldo Silva, che nel 1964 aveva segnato anche tre gol allo United, sulla strada per vincere la Coppa Coppa delle Coppe.

«Avremmo potuto segnare anche più di quattro gol»

Gyokeres dopo la sconfitta dello Sporting contro il Manchester City

Amorim, che dal 75' in poi (tripla sostituzione con gli ingressi di Bragança, St. Juste e Catamo) ha iniziato a rinfrescare la squadra, senza mai cambiare l'assetto, per poi chiamare Quaresma e Harder per sostituire gli stremati Quenda e Trincão, ho visto il suo piano di gioco, dopo gli intoppi iniziali, andare a meraviglia. È stato un arrivederci in gloria per l'Alvalade, sperando che, con questa sconfitta del futuro rivale di Manchester, avesse un biglietto da visita ancora più composto da presentare ai tifosi dei 'Red Devils'.

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