Una donna di 34 anni, una figura filo-palestinese di Nizza, detenuta dal 19 settembre per aver sostenuto il terrorismo, è stata condannata lunedì 4 novembre a tre anni di carcere, di cui un anno sotto braccialetto elettronico, per messaggi pubblicati su reti sociali.
Il tribunale penale di Nizza lo ha riconosciuto colpevole dei tredici reati di cui è imputato – reati di istigazione a crimini contro l'umanità, provocazione alla discriminazione e provocazione all'odio fondato sull'origine – ed è andato oltre i trenta mesi di reclusione, dodici dei quali chiusi, richiesto dalla Procura.
Madre e badante al secondo anno della scuola per infermieri, questa attivista ha cofondato l'associazione Da Nizza a Gaza ed è stata una delle principali leader delle manifestazioni filo-palestinesi che si svolgono a Nizza dall'ottobre 2023, a prezzo di una situazione di stallo durato diversi mesi con il prefetto delle Alpi Marittime, Hugues Moutouh.
Se le manifestazioni sono rimaste tranquille, le pubblicazioni di questa persona sulla rete sociale X sono diventate particolarmente virulente da giugno. “Il 7 ottobre è legittima difesa per i palestinesi”, “dal 7 ottobre sono antisemita” : oltre a questi messaggi, ha commentato anche con a «Mazel Tov! » (sinonimo di “congratulazioni” in ebraico) una pubblicazione del sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che rende omaggio ai sei ostaggi israeliani uccisi da Hamas a Gaza.
“Riconosco parole molto violente”
Ha anche aggiunto il seguente commento ad una foto delle bandiere israeliane in fiamme: “Un sogno che si avvererà, sei combustibile. » Altrove, ha deplorato Hamas “non ha finito il suo lavoro”. Si interrogava anche su un riservista dell'esercito israeliano originario di Nizza: “Il sionista genocida di Nizza è tornato a Nizza? Dopo aver commesso l'omicidio di donne e bambini palestinesi, le sue mani sono coperte di sangue. »
Impassibile nel palco durante il processo del 21 ottobre, ha ammesso di non averlo fatto “misurare” le conseguenze delle sue parole. “C’è un genocidio in corso, 40mila morti, 90mila feriti, riconosco parole molto violente, ma non riconosco il modo in cui viene interpretata”si difese.
Oltre alla pena detentiva, le è stato ordinato di pubblicare la decisione a proprie spese Il mondo et Bella mattinatae a pagare complessivamente più di 13.500 euro al riservista e a quattro associazioni di lotta contro l'antisemitismo, che avevano intentato causa civile.
Leggi anche: Articolo riservato ai nostri abbonati Ordini ripetuti del prefetto delle Alpi Marittime contro le manifestazioni filo-palestinesi
Leggi più tardi