“Riprenderlo significherebbe tornare alla giustizia fiscale e al potere d’acquisto”, assicura Marc Fesneau

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Il leader dei deputati moderni nell'assemblea ed ex ministro di Emmanuel Macron ritiene che questa tassa fosse “molto disparata tra i territori”.

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Pubblicato il 03/11/2024 13:11

Tempo di lettura: 2 minuti

type="image/avif">>Marc Fesneau, 24 ottobre 2024 all'Assemblea nazionale. (JULIEN DE ROSA/AFP)>>
Marc Fesneau, 24 ottobre 2024 all'Assemblea nazionale. (JULIEN DE ROSA/AFP)

“Tornare” sull’abolizione dell’imposta sulla casa equivarrebbe a “ritorno alla giustizia fiscale e al potere d’acquisto”avverte domenica 3 novembre sulla Francia Inter Marc Fesneau, leader dei deputati MoDem. Si compiace quindi delle dichiarazioni pronunciate domenica dal ministro del Partenariato con i Territori e del Decentramento sulle colonne di Le Parisien/Aujourd'hui en . Catherine Vautrin ha escluso in particolare l'idea di un ritorno dell'imposta sulla casa, progressivamente eliminata tra il 2018 e il 2023. Da parte sua, Marc Fesneau afferma che questa misura ha portato “18 miliardi di euro di potere d'acquisto per i francesi”.

Il deputato del Loir-et-Cher, ex ministro di Emmanuel Macron, ritiene che questa tassa sia stata “molto ingiusto perché molto disparato tra i territori”. Ritiene pertanto che la sua soppressione costituisse un “misura della giustizia fiscale e del potere d’acquisto”. Risponde anche alle critiche provenienti da alcuni eletti locali, assicurandolo “Gli enti locali sono stati completamente risarciti” dall’abolizione delle tasse.

Marc Fesneau è favorevole a un rinnovamento del dialogo tra governo ed eletti locali: “Dobbiamo trovare un dialogo con i funzionari eletti che non sia semplicemente un dialogo sullo status quo”. Il capo dei deputati MoDem spiega a cosa si riferiscono i vincoli che attualmente gravano sui territori “questioni energetiche, viaggi o anche la conservazione della biodiversità”. Tuttavia, fino ad ora lo sostiene “i contributi statali erano” sulla base di altri criteri, come ad es “crescita demografica” o anche il“diritto fondiario”. Ritiene quindi che lui “Dobbiamo pensare ai nostri stanziamenti statali e al nostro sistema fiscale alla luce di ciò che l’economia sta evolvendo”.

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