Resilienza: l’industria delle noci del Sud-Ovest vuole reinventarsi di fronte alle sfide climatiche | Agricoltura Massiccio centrale

Resilienza: l’industria delle noci del Sud-Ovest vuole reinventarsi di fronte alle sfide climatiche | Agricoltura Massiccio centrale
Resilienza: l’industria delle noci del Sud-Ovest vuole reinventarsi di fronte alle sfide climatiche | Agricoltura Massiccio centrale
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Nel 2022, il settore ha dovuto affrontare una crisi senza precedenti, causata da una combinazione di sovrapproduzione globale e calo dei prezzi, raggiungendo il livello più basso degli ultimi 40 anni. Anche il consumo di frutta secca nei negozi è diminuito del 30%.

Nel 2023, condizioni meteorologiche sfavorevoli – siccità in estate, elevata umidità in autunno – combinate con l’antracnosi, una malattia che causava la putrefazione dei frutti, hanno portato a una perdita del raccolto del 50%.

Nel 2024 le temperature negative di aprile hanno avuto la meglio sui fiori nel momento peggiore. Le conseguenze di queste poche notti di gelo hanno provocato perdite che vanno dall'80 al 100% del raccolto.

Tre anni bui e una richiesta di sostegno adeguato

Per il coltivatori di noci del Sud-Ovest, si tratta di tre anni di perdite significative. Dispositivi negoziati accanitamente con i parlamentari, con incontri con il ministero e perfino con il presidente della Repubblica, hanno visto la luce nel 2023. Ma i milioni di euro dedicati a” salva » il settore riguardava solo un ristretto numero di produttori della nostra Regione. E per una buona ragione: i criteri per la concessione degli aiuti non corrispondono alla nostra zona di produzione, che è troppo diversificata.
Consapevole della necessità strutturare il settore e le difficoltà inerenti alla tipologia delle aziende agricole, i produttori di noci del Lot, della Corrèze e della Dordogna hanno creato un'associazione regionale all'inizio del 2024. Questo mira a migliorare difendere i loro interessi creando un quadro di azione collettiva adattato alle realtà sul campo.

Un incontro di crisi con gli eletti locali

Sabato 19 ottobre si è tenuta a Saint-Crépin-et-Carlucet una riunione dell'associazione, alla quale hanno partecipato la deputata Meunier della Corrèze, la senatrice Varaillas della Dordogna e il signor Leyssenne, DDT della Dordogna. I quaranta produttori presenti hanno evidenziato le carenze degli attuali sistemi di aiuti, basati su soglie di perdita di fatturato e su tassi di specializzazione che non riflettono le realtà produttive del bacino Sud-Ovest.

Un piano di emergenza per preservare i frutteti

L'associazione ha presentato un progetto ambizioso piano di emergenza incentrato su misure a breve e medio termine. In via prioritaria sottolinea l’urgenza di valutare e compensare le perdite agricole e finanziarie. Le misure oggetto di studio riguardano Sgravi TFNB, esenzione totale o parziale dagli oneri MSA per i produttori in difficoltà o anche a supporto del flusso di cassa Per compensare i deficit operativi nel medio termine, il settore dovrà ripristinare i 3.000 ettari di frutteti danneggiati e adattare le pratiche agricole alle nuove realtà climatiche. I frutteti devono essere preparati per il futuro, in particolare aumentando la produttività per ettaro.

Una sfida da 20 milioni di euro

Questo programma, stimato in oltre 20 milioni di euro, mobiliterà entro pochi anni due terzi dei 1.600 produttori di noci della regione. I funzionari eletti e i rappresentanti statali presenti si sono mostrati molto sensibili alle difficoltà dei produttori e hanno assicurato il loro sostegno per i prossimi passi.

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