Il giornalista algerino Ihsane El Kadi, in carcere dalla fine del 2022, è stato rilasciato venerdì 1È Novembre grazie alla grazia concessa dal presidente Abdelmadjid Tebboune, in occasione del settantesimo anniversario dell'inizio della guerra d'indipendenza (1954-1962), hanno indicato gli avvocati.
“Che felicità, Ihsane El Kadi è libera! »ha scritto sulla sua pagina Facebook uno dei suoi difensori, Me Noereddine Ahmine, pubblicando una foto del giornalista, direttore di uno degli ultimi gruppi mediatici indipendenti in Algeria, mentre torna a casa sua, circondato dai membri della sua famiglia. “Ihsane El Kadi è finalmente tra la sua gente. Rilasciato un 1È novembre. La fine di un incubo»ha esultato anche l'avvocato Nabila Smail.
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Il signor El Kadi è stato condannato in appello nel giugno 2023 a sette anni di carcere, di cui cinque, due in più rispetto al primo grado. Nell'ottobre 2023 la Corte Suprema ha respinto il ricorso, rendendo definitiva la sua condanna.
Onda di solidarietà
Il giornalista, direttore di uno degli ultimi gruppi di stampa privati in Algeria (Interface Médias, che comprende Radio M e il sito d'informazione Maghreb emergente) è stato perseguito per “finanziamento estero della sua azienda” allo scopo di “impegnarsi in attività atte a compromettere la sicurezza dello Stato”.
I suoi avvocati hanno sostenuto la sua innocenza durante il processo, sottolineando che le somme erano state pagate da sua figlia Tin Hinane, residente a Londra e azionista del suo gruppo mediatico, per saldare i debiti arretrati.
L'arresto di El Kadi ha scatenato un'ondata di solidarietà tra i suoi colleghi e gli attivisti per i diritti umani in Algeria e in Europa. Una petizione lanciata dalla ONG Reporter Senza Frontiere per ottenere la sua liberazione aveva raccolto più di 10.000 firme.
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Abdelmadjid Tebboune ha firmato due decreti presidenziali per concedere la grazia a più di 4.000 detenuti. La prima riguarda le persone condannate in via definitiva nei casi di “diritto comune” e il secondo degli affari di “disturbo dell’ordine pubblico”.
Grazie a questa grazia sono stati rilasciati almeno altri undici detenuti, tra cui noti attivisti del movimento di protesta Hirak. Hirak è scoppiato nel febbraio 2019, costringendo il presidente Abdelaziz Bouteflika, che nel frattempo è morto, a dimettersi due mesi dopo.