Charles Leclerc, il talentuoso pilota della Ferrari, ha recentemente dovuto affrontare le conseguenze della sua scelta della lingua durante una conferenza stampa al Gran Premio del Messico. Leclerc è stato multato di 10.000 euro, con metà della somma sospesa per un anno, a seguito di un incidente in cui ha usato un'imprecazione mentre raccontava una chiamata ravvicinata durante la gara.
Ciò che è accaduto ha suscitato le scuse immediate di Leclerc, che ha espresso rammarico e ha riconosciuto con ironia la possibilità di seguire le orme di Max Verstappen.
“Oh, scusa! Oh, no, oh no! Non voglio unirmi a Max!” ha scherzato.
Il linguaggio inappropriato si riferiva al sovrasterzo che ha quasi fatto perdere il controllo della vettura a Leclerc, suscitando una forte reazione da parte del monegasco. Nonostante la tensione e la stanchezza che derivano dal competere in una gara come questa, l’organo di governo della Formula 1, la FIA, è severo riguardo alla condotta pubblica. La violazione rientra nell'articolo 12.2.1.k del Codice sportivo internazionale, che vieta l'uso di un linguaggio inappropriato in ambienti pubblici come le conferenze stampa.
Gli steward della FIA hanno considerato diversi fattori nel determinare la punizione di Leclerc. Hanno ammesso che le scuse immediate di Leclerc hanno distinto il suo caso dal precedente incidente di Verstappen a Singapore. Il linguaggio volgare di Verstappen si è concluso con il servizio alla comunità a causa della mancanza di scuse immediate. Ciò ha portato gli steward a imporre una sanzione più leggera a Leclerc, rinunciando condizionatamente a 5.000 euro di multa sulla base di nessuna ulteriore infrazione entro un periodo di 12 mesi.
Questa situazione si verifica in un contesto sempre più vigile riguardo al linguaggio utilizzato dai piloti di F1. Sotto la guida del presidente Mohammed Ben Sulayem, la FIA ha concentrato gli sforzi sul mantenimento di un tono professionale nei forum pubblici. I commenti di Sulayem hanno suscitato polemiche involontarie poiché contenevano confronti che alcuni percepiscono come sfruttatori di stereotipi.
“Dobbiamo distinguere tra il nostro sport, gli sport motoristici, e la musica rap. Non siamo rapper, sai. Dicono la parola F quante volte al minuto? Noi non siamo su questo. Sono loro e noi lo siamo [us].” Le sue dichiarazioni hanno suscitato critiche, con eminenti come Lewis Hamilton che hanno suggerito che il messaggio perpetua gli stereotipi razziali.
Mentre Verstappen si è trovato sorpreso dalle incongruenze nei rigori.
“A quanto pare conta solo per me comunque, perché, sai, dopo la gara in Messico, qualcuno ha imprecato. Non ho sentito niente.”