perché la Francia non ha il diritto di sbagliare – L’Express

perché la Francia non ha il diritto di sbagliare – L’Express
perché la Francia non ha il diritto di sbagliare – L’Express
-

È giunto il momento delle grandi ambizioni: la visita di Stato di tre giorni di Emmanuel Macron, su invito del Sovrano Mohammed VI, concentra un programma fitto, suggellando la cooperazione in molteplici ambiti, dall'immigrazione… al gioco. La Francia viaggia con i suoi migliori ambasciatori, innanzitutto del mondo economico, tra cui 50 grandi boss, ma anche, capitalizzando il post-Olimpiade, con le sue stelle più belle, come il campione olimpico di judo Teddy Riner. L'operazione di fascino deve essere completa e la visita senza intoppi.

LEGGI ANCHE: “Qualcosa si è rotto”: tra Francia e Marocco, dieci anni di liti diplomatiche

Tanto più che arriva dopo una sequenza segnata dalla morte della giovane filippina, uccisa il 20 settembre da un migrante marocchino sotto l'influenza di un OQTF, e dove i leader politici francesi hanno potuto correre il rischio di offendere il regno rimpiangendo la mancanza di cooperazione. Non c'è dubbio, però, che i marocchini vorranno dimostrare la loro volontà di ottenere risultati in questo ambito. L’Eliseo non manca di sostenere che l’immigrazione clandestina costituisce una “sfida globale e comune”, con la necessità di costruire un’agenda a lungo termine. L’argomento rimane altamente infiammabile e una dichiarazione infelice non dovrebbe rovinare la festa. Nelle discussioni, ogni termine conterà. Come quello dell’immigrazione “selezionata”, che lascia intendere che il rapporto non è paritario e che la Francia potrebbe fare il suo mercato tra i laureati, senza alcuna reale compensazione per il Marocco.

Evitate tutte le stranezze, perché “la Francia non ha realmente un piano B”, riassume Pierre Vermeren, storico e professore universitario, autore di Il Marocco in 100 domande. Un regno di paradossi (Ed. Tallandier, 2020). Mentre i rapporti con Algeri sono in un vicolo cieco – soprattutto sul “perdono” che Macron si rifiuta di pronunciare –, Parigi non ha mai avuto così tanto bisogno di Rabat: il regno cherifiano può essere la chiave per il resto del continente, e in particolare per il Sahel, L'Africa occidentale, la Libia, dove le potenze in carica sono sempre più apertamente ostili a Parigi… Inoltre, la sua posizione geografica la colloca di fatto come custode dell'Europa e in prima linea contro i traffici gestiti dai trafficanti.

Fai dimenticare alla gente la disputa sul visto

Si dimenticano così le molteplici incomprensioni degli ultimi dieci anni, compresa la disputa sui visti, che, ricorda Pierre Vermeren, aveva danneggiato in modo duraturo i rapporti tra Parigi e Rabat. Nel 2021, Parigi riduce il numero di visti concessi ai cittadini marocchini – ma anche a tunisini e algerini – come ritorsione per la mancanza di rapidità nell’esecuzione degli allontanamenti. Anche lì si è diffuso il veleno della questione migratoria. Per i marocchini l'umiliazione è terribile: è la loro élite – abituata a venire regolarmente a Parigi – a soffrire di più di questa misura. Soprattutto se sappiamo che in Francia ci sono 53.000 marocchini che frequentano l’istruzione superiore, ai quali potrebbe essere stato impedito di vedere le loro famiglie.

LEGGI ANCHE: Visita di Macron a Mohammed VI: “Un buon rapporto tra Francia e Marocco è vitale”

Nel novembre 2023, l’ambasciatore francese in Marocco ha annunciato la revoca delle restrizioni. Il primo di una serie di gesti forti destinati a rilanciare il rapporto sotto migliori auspici. L'ultima finora è senza dubbio la più importante: a fine luglio la Francia ha dichiarato che, nel caso del Sahara Occidentale, solo il piano marocchino può servire come base per una soluzione della questione, col rischio di far arrabbiare Algeri. Rabat attende da tempo che la Francia si unisca alla Spagna e agli Stati Uniti, che sostengono apertamente il Marocco in questa disputa territoriale che lo vede contrapposto da mezzo secolo al Fronte Polisario, largamente sostenuto da Algeri in questa distesa desertica situata nel sud del Marocco e di cui il regno controlla l'80%. Il restante 20% è nelle mani del Polisario. Resta da vedere se il presidente Macron sarà pronto a spingersi oltre nel suo sostegno, ad esempio annunciando l’apertura di un’ambasciata francese in questo territorio conteso. Altri Stati lo hanno già fatto.

Arriviamo quasi a dimenticare che con il Marocco la cooperazione è in gran parte economica: in termini di scambi commerciali ma anche di investimenti bilaterali. Le cifre parlano chiaro: 14 miliardi l'anno scorso, un record. Sono raddoppiati in otto anni, secondo l'Eliseo. Con la volontà da entrambe le parti di puntare su settori più innovativi, come le energie rinnovabili, la desalinizzazione dell’acqua, l’idrogeno verde, ecc.

Oltre al grande forum franco-marocchino del 29 ottobre, al quale parteciperà Emmanuel Macron, la visita sarà l'occasione per la firma di importanti accordi. Nella delegazione dei padroni francesi ci sono, in particolare, Airbus, Thales, Transavia, Alstom, CMA CGM, Suez, Veolia, Engie, TotalEnergies… Basta per tornare con buone notizie sul fronte economico, mentre è in corso l'esame del bilancio Il 2025 di Michel Barnier è stato segnato da restrizioni, tra cui in particolare gli aiuti pubblici allo sviluppo, di cui beneficia soprattutto il continente africano. Ora confinato agli affari esteri, il presidente Macron è sicuro di suggellare i successi, con la politica franco-francese che non è mai lontana.

.

-

PREV Classifiche di football universitario 2024: Oregon, Indiana continuano a rotolare; Texas A&M entra nella top 10
NEXT Nasrallah, Sinwar e la Resistenza hanno cambiato il destino della regione :: Leader.ir