[POINT DE VUE] Quando il presidente algerino accusa la Francia di… “genocidio”!

[POINT DE VUE] Quando il presidente algerino accusa la Francia di… “genocidio”!
[POINT DE VUE] Quando il presidente algerino accusa la Francia di… “genocidio”!
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Dopo l’annuncio, lo scorso luglio, del sostegno di Parigi al piano di autonomia del Marocco per il territorio del Sahara Occidentale, i rapporti tra Algeria e Francia, che già non erano in buone condizioni, sono diventati gelidi. Il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha appena escluso una nuova visita in Francia, rifiutandosi « [d’aller] a Canossa »e arriva addirittura ad accusare la Francia di “genocidio” durante la colonizzazione.

Con insolenza mista a cinismo, dichiarò che, dal 1830 al 1962, “L’Algeria sì[vait] stato scelto per il grande sostituto, il vero grande sostituto”, composto da “cacciare la popolazione locale per riportare indietro un popolo europeo con i massacri, con un esercito genocida”. Ha denunciato gli esperimenti nucleari della Francia nel Sahara. Ha citato l’accordo franco-algerino del 1968, che accorda agli algerini uno status speciale in termini di diritto di circolazione, soggiorno e lavoro in Francia, criticando l’“estrema destra” per aver voluto abrogarlo. Lui “non accettare bugie sull’Algeria”il “chiede verità storica”.

Difficilmente possiamo contare, per rispondergli, su un Emmanuel Macron che, durante la sua prima campagna presidenziale, descrisse la colonizzazione come una “crimine contro l’umanità”. Un presidente che ha reso omaggio ai complici dell’FLN, sempre pronto a denigrare la Francia invece di difenderla: è lo stesso uomo che, due giorni prima del 7 ottobre, ha appena chiesto la fine delle consegne di armi a Israele in servizio a Gaza. Striscia, senza avere lo stesso obbligo nei confronti di Hamas. In queste condizioni, tutti i francesi, militari e civili, morti durante la guerra d’Algeria, tutti i pieds-noirs, tutti gli harki e i loro discendenti mi permettono di ristabilire con modestia una parte della verità.

Ciò che l’Algeria deve alla Francia

Tra tutti i paesi colonizzatori, la Francia è senza dubbio quello che si è comportato meglio. Senza la colonizzazione, l’Algeria non sarebbe il paese moderno che è diventato. Il presidente algerino dimentica chi ha costruito strade, ospedali, scuole, chi ha avviato le esplorazioni petrolifere nel Sahara nel 1952. Si guarda bene dal riconoscere lo spirito imprenditoriale dei pieds-noirs, lungi dall’essere tutti sfruttatori che “hanno fatto sudare burnout”. Si guarda bene dal riconoscere tutto ciò che l’Algeria deve ai francesi. Si guarda bene dal riconoscere che gran parte della popolazione amava la Francia. E non si è mai pentito degli attacchi indiscriminati, degli sgozzamenti, degli atroci crimini del FLN, prima e dopo l’indipendenza.

Farebbe meglio a chiedersi perché tanti giovani algerini fuggono dal loro Paese, un Paese ricco, grande esportatore di gas naturale liquefatto, ma incapace di diversificare la propria economia. Ciò riconoscerebbe l’incompetenza di un governo, ancora nelle mani del FLN, e l’influenza della corruzione e del nepotismo. Non contento di lasciare andare i suoi giovani, pur mantenendo l’odio verso l’ex colonizzatore, il governo algerino difficilmente collabora quando la Francia vuole espellere gli algerini in situazione irregolare e si lamenta se minacciamo di ridurre i visti. Trovò in Francia un capro espiatorio per cercare di nascondere i suoi fallimenti. Perché dovrebbe preoccuparsi quando il suo presidente si arrende e si sottomette?

La stragrande maggioranza degli algerini ritiene che il proprio sistema politico debba essere riformato. Invece di crogiolarsi nel pentimento, evidenziando gli errori della colonizzazione e minimizzando i suoi contributi, Emmanuel Macron dovrebbe invece lavorare per il rinnovamento politico dell’Algeria, in modo che gli algerini vogliano restare nel loro paese e contribuire alla sua prosperità. Pazienza ! Si dirà: non resterà a lungo all’Eliseo. Senza dubbio, ma che male avrà fatto alla Francia!

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