In questo accattivante documentario, Patrick Cohen esamina il modo in cui i governi hanno manipolato l’opinione pubblica. Edificante.
Di Frédéric Seront
VersareCiné-Télé-Revue
Editorialista di “C à vous”, su France5, e di France Inter, Patrick Cohen evoca in “Mensonges en politique” le più grandi bugie dei politici, sia in Francia che d’oltre Atlantico. Alcuni potrebbero far sorridere, ma altri hanno avuto ripercussioni più drammatiche, servendo da pretesto per iniziare una guerra o influenzare il corso di un’elezione. Uno sguardo ai tre casi più edificanti trattati nel film, mentre le fake news sono diventate un luogo comune, soprattutto nelle mani di un certo Donald Trump.
Il cancro di François Mitterrand. Questa è senza dubbio una delle più grandi bugie dello Stato. Divenuto presidente nel 1981, François Mitterrand promette una trasparenza totale per porre fine al segreto medico, che aveva segnato la Francia degli anni ’70 con il morbo di Pompidou, nascosto fino alla sua morte. «Il problema essenziale è che i problemi sanitari non devono essere tali da poter nuocere alla funzione, cioè alla moralità, che un leader politico deve rispettare», giustifica. Tranne che appena eletto, apprende di soffrire di cancro alla prostata, che si è già diffuso alle sue ossa. Mitterrand ordinò allora al suo medico, il dottor Gubler, di falsificare i suoi rapporti sanitari nascondendo la sua malattia e facendo sembrare che la sua difficoltà a muoversi fosse dovuta alla semplice sciatica. Affinché il segreto non venga fuori, tutte le siringhe e gli impacchi utilizzati durante il trattamento vengono bruciati. Fu rieletto nel 1988, continuando a nascondere la verità. Fu solo nel 1992, alla fine del suo regno, che ammise di soffrire di cancro. Il dottor Gubler, che oggi ha 90 anni, rivela il lato nascosto di questo inganno nel film di stasera.
L’affare Lewinsky. Nessuno ha dimenticato lo scandalo che coinvolse il presidente americano Bill Clinton e una stagista della Casa Bianca, Monica Lewinsky, con la quale ebbe una decina di rapporti sessuali, anche nello Studio Ovale. Solo che negherà i fatti, anche se ci sono prove materiali (in particolare un vestito macchiato di sperma). Una menzogna sotto giuramento che porterà a una procedura di impeachment, che però non avrà successo, ma ha quasi fatto vacillare il volubile presidente.
La seconda guerra del Golfo. Se George Bush senior aveva già manipolato l’opinione pubblica durante la prima Guerra del Golfo, in particolare con la vicenda dei bambini nelle incubatrici in Kuwait che gli iracheni avrebbero ucciso selvaggiamente (accuse basate in realtà su false testimonianze), Bush junior farà ancora peggio durante la seconda invasione dell’Iraq, nel 2003, affermando che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa… di cui in seguito non si troverà mai traccia. L’apice fu raggiunto durante una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dove Colin Powell, allora Segretario di Stato americano, mostrò al mondo intero una fiala di antrace, che provoca una gravissima malattia infettiva, sostenendo che l’Iraq sta sviluppando la sostanza come arma di guerra. L’ex soldato (fu lui a guidare la prima Guerra del Golfo) affermerà molto più tardi di essersi basato su testimonianze che solo in seguito scoprì essere false. “Non è stata una bugia intenzionale da parte mia. Ho creduto a quello che ho detto. » Sorprendente, se si considera che la maggior parte dei paesi occidentali sapevano che gli Stati Uniti volevano entrare in guerra sulla base di ragioni fallaci…
“Le bugie in politica”, 29 settembre, 21:05, France 5.
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