L’Agenzia mondiale antidoping chiede la sospensione del tennista Jannik Sinner

L’Agenzia mondiale antidoping chiede la sospensione del tennista Jannik Sinner
L’Agenzia mondiale antidoping chiede la sospensione del tennista Jannik Sinner
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L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha annunciato sabato di aver presentato ricorso e di chiedere una sospensione da uno a due anni per Jannik Sinner. Il tennista italiano si dichiara “molto deluso e anche sorpreso”.

Dopo essere risultato positivo per due volte al clostebol, uno steroide anabolizzante, a marzo era stato autorizzato dall’International Agency for Integrity (Itia), Sinner è rimasto coinvolto in una vicenda destinata a sconvolgere le gerarchie ai vertici del tennis mondiale. L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha annunciato sabato 2 settembre di aver presentato ricorso e di chiedere una sospensione da uno a due anni per il tennista italiano. Ora tocca al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) decidere in questo caso che coinvolge il vincitore degli Australian Open e degli US Open.

Sinner si è detto “molto deluso e anche sorpreso” da questa chiamata, sabato dopo la vittoria sul russo Roman Safiullin negli ottavi di finale del torneo di Pechino.

“Ci sono state tre udienze e tutte e tre si sono concluse in modo molto positivo per me.”

Jannik Sinner (vuoto)

In primo grado, un tribunale indipendente ha concluso che il 23enne giocatore italiano non aveva commesso “nessuna colpa o negligenza”, una decisione “non corretta rispetto alle regole applicabili” secondo la WADA. Di conseguenza, l’organismo antidoping con sede a Montreal “chiede un periodo di sospensione da uno a due anni” nei confronti di Jannick Sinner.

Due test antidoping positivi nel 2024

In piena ascesa dopo aver vinto il suo primo titolo major, a Melbourne, Sinner si era sottoposto a due test antidoping positivi nel marzo 2024 a otto giorni di distanza: il 10 marzo durante il torneo di Indian Wells e il 18 marzo fuori gara, ma poco prima del torneo di Miami. Tracce di clostebol sono state trovate nelle sue urine.

In entrambe le occasioni il giocatore ha presentato ricorso, che gli ha consentito di ridurre le sospensioni automatiche (dal 4 al 5 aprile per la prima, dal 17 al 20 aprile per la seconda).

L’italiano si è difeso spiegando di aver subito “una contaminazione da parte di un membro del suo staff, che si era applicato sulla mano uno spray da banco contenente clostebol per curare una piccola ferita”, secondo l’Agenzia internazionale per la sanità. integrità del tennis (Itia) che ha accettato la sua difesa e lo ha ufficialmente scagionato a fine agosto.

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Con l’AFP

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