“Estorsione”, “traffico sessuale” e “prostituzione forzata”… con il processo al rapper P. Diddy, una parola finalmente liberata nel mondo della musica?

“Estorsione”, “traffico sessuale” e “prostituzione forzata”… con il processo al rapper P. Diddy, una parola finalmente liberata nel mondo della musica?
“Estorsione”, “traffico sessuale” e “prostituzione forzata”… con il processo al rapper P. Diddy, una parola finalmente liberata nel mondo della musica?
-

l’essenziale
Il processo al rapper Sean Combs, conosciuto con gli pseudonimi P. Diddy o Puff Daddy, potrebbe consentire la liberazione della voce delle donne nell’industria musicale. È in carcere dal 16 settembre e preso di mira da una decina di denunce che ripercorrono decenni di violenze e abusi sessuali.

Il rapper americano P. Diddy, detto anche Puff Daddy, è in carcere a New York dal 16 settembre a seguito di una decina di denunce di violenza sessuale. Questa vicenda colpisce l’intera industria musicale americana e anche il mondo dello spettacolo nel suo complesso in quanto il rapper era legato a numerose celebrità. La portata di questo processo e la notorietà delle persone potenzialmente coinvolte potrebbero portare a un movimento MeToo simile a quello vissuto dal mondo del cinema in seguito al “caso Weinstein”.

Leggi anche:
Il rapper americano P.Diddy arrestato a New York dopo nove denunce di violenza sessuale

La cantante Dawn Richard ha presentato una denuncia contro Sean Combs, il nome legale di P. Diddy, il 10 settembre presso un tribunale federale di New York. Questo autore e compositore ha collaborato e frequentato da vicino il rapper nei primi anni 2000. Questa denuncia contiene le aggressioni sessuali, i rapimenti e i maltrattamenti di cui lei dice di essere stata vittima, ma anche varie scene di violenza, alle quali avrebbe assistito.

Leggi anche:
Il rapper “P. Diddy” sospettato di stupro e traffico sessuale: cosa sappiamo delle perquisizioni e delle indagini contro Sean Combs

Le dieci denunce depositate delineano un sistema di violenza e oppressione interamente strutturato attorno al piacere e alla sicurezza dell’artista, come denunciato da Libération. P. Diddy è da marzo oggetto di un’indagine federale per traffico sessuale. Attualmente si trova in custodia cautelare con l’accusa di “corruzione”, “estorsione”, “traffico sessuale” e “prostituzione forzata”.

L’influenza dell’imputato nel suo ambiente spiega il paragone con Harvey Weinstein

Il parallelo con Harvey Weinstein deriva in particolare dalla segretezza e dalla complicità che regnavano nell’entourage personale e professionale di Sean Combs, permettendogli di indulgere in queste pratiche.

Leggi anche:
P. Diddy accusato di molestie sessuali dalla sua ex cuoca

Cassie, una famosa cantante R’nB che ha condiviso la sua vita, ha presentato una denuncia nel 2023. Lei lo accusa di averla condotta a uno “stile di vita ostentato e frenetico traboccante di droghe”. Aggiunge di essere stata testimone di “un decennio di comportamenti violenti e richieste squilibrate”. Tra i fatti denunciati, uno stupro, avvenuto nella sua abitazione dopo la loro separazione, o addirittura atti sessuali forzati e filmati con prostitute ma anche un’aggressione all’auto di un altro rapper, Kid Cudi. L’imputato e la sua presunta vittima hanno concordato, il giorno dopo la denuncia, un accordo che ha risparmiato a P. Diddy la rivelazione di decine di documenti probabilmente compromettenti. La CNN ha successivamente rivelato immagini, tratte dalla videosorveglianza di un hotel, di incredibile violenza, confermando le parole di Cassie. Vediamo il rapper sferrare diversi colpi violenti a Cassie prima di provare a tirarla per i capelli, probabilmente per costringerla a tornare nella stanza.

Lunghe serate che durano più giorni e che mettono al primo posto i peggiori eccessi sessuali

Al centro di questa denuncia, le cosiddette serate “freak off” del rapper, durante le quali costringeva la sua compagna, a volte per diversi giorni, ad avere rapporti con prostitute, cosa che lui nega. Queste serate sarebbero state possibili grazie alla complicità dei suoi dipendenti, costretti al silenzio dall’influenza del loro datore di lavoro che aveva potere totale sul resto della loro carriera. Un altro elemento che ha permesso di mettere a tacere queste azioni, l’abitudine adottata da P. Diddy di filmare i propri stupri per costringere le vittime, pena la rivelazione delle sue immagini intime e compromettenti.

Al di là dell’estrema gravità dei fatti in questione, questo processo affascina l’America perché potrebbero essere coinvolte potenziali star preoccupate da quelle serate. Sui social network vengono citati i nomi di Donald Trump, Mariah Carrey, Paris Hilton e Leonardo DiCaprio senza alcuna prova a sostegno di queste voci. Soprattutto, dopo la rivelazione delle azioni di P. Diddy, sono sorte molte domande attorno al caso di Justin Bieber, che il rapper prese sotto la sua ala protettrice quando aveva solo 15 anni. Molti internauti credono, viste alcune interazioni che riemergono, che il canadese sia stato vittima del suo mentore.

Leggi anche:
Donald Trump: “Mettetelo in prigione!” L’ex attrice porno Stormy Daniels rompe il silenzio dopo la condanna del candidato alla Casa Bianca

Per Tiffany Red, amica intima di Cassie intervistata dal New York Times e citata da Libération, “avevamo bisogno di qualcuno di molto famoso affinché l’industria finalmente capisse”. Il futuro dirà se la notorietà delle vittime come quella degli imputati consentirà la libertà di parola nel mondo della musica.

-

PREV West Ham-Manchester United: Antony escluso per distorsione alla caviglia
NEXT Una “esplosione alla metro di Roodebeek” lascia due feriti: cosa è successo?