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Miracolo per il Nashville, la squadra di Roman Josi

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Come disse il defunto Yogi Berra quando eccelleva nel piatto per i New York Mets in MLB, “Non è finita finché non è finita”. Uscita dalla bocca di un uomo di poche parole, questa frase è diventata un mantra nello spogliatoio di tantissime squadre, professionistiche e non, di varie discipline.

Nella notte tra martedì e mercoledì è stata applicata dai Nashville Predators nella stagione regolare del campionato NHL. Davanti al pubblico della Bridgestone Arena, il club del Tennessee ha battuto il San Jose 7-5… dopo essere stato sotto 1-5 al 32esimo minuto.

L’inizio della partita per la squadra ancora allenata da Andrew Brunetta rifletteva l’anno finanziario 2024-2025. Atroce. I Preds sono stati lenti contro la peggiore franchigia del campionato professionistico nordamericano (gli Sharks sono 32esimo e ultimo), il loro portiere finlandese Juuse Saros non ha fermato un pallone da spiaggia (è stato sostituito dopo aver ricevuto otto tiri e concesso quattro gol) e la loro difesa il territorio sembrava il mare di Rimini in agosto. C’era traffico, ma era rilassato.

Ma eccolo lì, non era finita… Senza essere trascendenti, i Predators hanno acceso la lampada due volte in 53 secondi e si sono ricollegati con il vecchio amico “Momentum” che aveva finito il suo pisolino sotto l’ombrellone dell’Adriatico. Da quel momento, come se l’acqua della pista scorresse di nuovo nelle loro vene, i giocatori di hockey di Nashville hanno indossato il costume del boss, in particolare sotto la guida del loro capitano Roman Josi (34 anni).

In vantaggio numerico, il difensore bernese pareggia al 46′. E gli va il merito dell’assist sul 7-5 realizzato dall’attaccante svedese Filip Forsberg a porta vuota al 59′. Il capitano svizzero ha così oscurato il referto per la sesta partita consecutiva. E come ha detto Yogi Berra, “non è finita finché non è finita”.

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