Una quota molto elevata di questi 39.615 richiedenti asilo – più precisamente 15.685 persone – aveva in realtà già avviato una procedura in un altro Paese europeo, verificabile con le impronte digitali rilevate al momento della richiesta. Secondo il “Regolamento Dublino”, è il primo paese di registrazione (e non il Belgio) a essere responsabile del trattamento della domanda.
Sappiamo infatti che l’applicazione di questo principio è sempre stata frammentaria, soprattutto perché impone un onere sproporzionato ai principali paesi di ingresso, come Grecia e Italia in testa. Nonostante tutto, è uno dei cavalli di battaglia del segretario di Stato Nicole de Moor, all’interno del governo, in materia di attualità. Lo ha ripetuto giovedì: “Dobbiamo chiarire chiaramente alla gente che dopo una decisione in un paese, non ha senso riprovarci in Belgio”.
Il nuovo Patto europeo su migrazione e asilo, adottato definitivamente lo scorso maggio e che dovrebbe sperimentare i suoi primi effetti significativi nel 2026, deve cambiare la situazione e chiarire le regole riguardo al principale paese responsabile della richiesta, auspica il gabinetto de Moor. Nel 2023 ci sono state poco più di 1,13 milioni di domande di asilo nell’UE, comprese 1.049.550 prime domande. Il paese principale per queste prime domande è la Germania, che da sola conta 329.000 richiedenti per la prima volta nel 2023.
Per il 2024 si registrerebbe un leggero calo nel numero totale di domande su scala europea. Il Belgio, tuttavia, è uno dei pochi paesi in cui si osserva un aumento.
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