Manifestazioni di detrattori e sostenitori del deposto presidente Yoon Suk Yeol sono previste questo sabato, 4 gennaio, nel centro di Seul a partire dal primo pomeriggio, vicino alla piazza principale della capitale e davanti alla residenza presidenziale.
Il giorno prima, soldati e servizi di sicurezza avevano bloccato gli investigatori venuti per arrestare Yoon Suk Yeol, e che avevano finito per annullare l’operazione dopo circa sei ore di trattative e tensioni. Un simile arresto sarebbe il primo di un capo di Stato in carica nella storia del Paese, l’ex pubblico ministero resta ufficialmente presidente in attesa che la Corte Costituzionale confermi o annulli la sua destituzione, adottata dal Parlamento il 14 dicembre scorso.
Da allora sospeso dalle sue funzioni, è accusato di aver fatto vacillare la giovane democrazia sudcoreana il 3 dicembre, proclamando a sorpresa la legge marziale, per poi abrogarla poche ore dopo, sotto la pressione del parlamento e di migliaia di manifestanti e vincolata dalla Costituzione. .
Da allora è stato oggetto di un’indagine per “ribellione”, un reato che non rientra nell’immunità presidenziale. Venerdì gli investigatori, benché armati di mandato, sono stati sconfitti da circa 200 soldati e guardie presidenziali.
«Ci sono stati scontri fisici minori e maggiori» tra i due campi, ha detto un funzionario dell’Ufficio per le indagini sulla corruzione delle alte personalità (CIO), che ha tempo fino a lunedì per eseguire il mandato di arresto. I suoi funzionari hanno parlato di un possibile nuovo test prima della scadenza e, se necessario, della richiesta di un nuovo mandato. In una dichiarazione, gli investigatori hanno anche chiesto al presidente ad interim Choi Sang-mok di sostenere l’ordine di arresto.
Processo costituzionale il 14 gennaio
Da parte sua, la Corte costituzionale ha fissato al 14 gennaio l’apertura del processo di impeachment contro Yoon Suk Yeol, che proseguirà il suo corso anche senza di lui e che avrà un verdetto entro metà giugno. L’imputato ha finora respinto ogni comparizione in relazione alla sua violenta aggressione e la sua guardia ha ripetutamente ostacolato le perquisizioni della polizia, anche se su mandato.
Questo sabato, due persone responsabili della sua protezione si sono rifiutate di comparire davanti alla polizia, adducendo la natura “serio» della loro missione. Gli avvocati del presidente deposto, dal canto loro, denunciano un tentato arresto”illegale» e ha promesso di avviare un procedimento di impugnazione.
Il presidente deposto difende ancora la sua decisione del 3 dicembre, nonostante i gravi disordini politici che ha causato, essendo stato licenziato anche il primo presidente ad interim prima che Choi Sang-mok entrasse in carica.
In una lettera distribuita mercoledì ai suoi sostenitori più radicali, presenti davanti alla sua residenza, il signor Yoon ha promesso di “battere fino alla fine», ripetendo i suoi attacchi contro elementi interni ed esterni “minaccioso» Corea del Sud che aveva già formulato dichiarando la legge marziale.
Par Le360 (con AFP)
04/01/2025 alle 7:32
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