“Non ho rubato nulla. Non ho mai ricevuto un centesimo. Lo giuro.” Giovedì scorso il dipendente di una stazione di servizio di Friburgo è stato processato con l’accusa di intascare vincite immaginarie alla lotteria. Tutto è iniziato a fine 2021 con una disastrosa email di un fiduciario al direttore del negozio, spiegandogli che la sua attività era in una situazione di sovraindebitamento. Per il direttore la spiegazione era una sola: doveva esserci stata una fuga di soldi da qualche parte. Nulla da segnalare invece a livello di cassa. Tuttavia, a un esame più attento, ha scoperto un divario significativo tra ciò che ha pagato ai vincitori dei giochi della Loterie Romande (gratta e vinci esclusi) e ciò che questi ultimi gli hanno rimborsato (vedi riquadro).
Fino al 2022 i dipendenti della stazione potevano premere una sorta di pulsante magico sul proprio registratore di cassa. Permetteva loro di inserire un importo, quindi di darlo in contanti ai clienti o di detrarlo dai loro acquisti, a seconda delle loro vincite alla lotteria, ad esempio Swiss Loto. Ma il registratore di cassa non era direttamente collegato alla macchina della Loterie Romande che convalida le vincite. Era quindi possibile per un cassiere premere il pulsante, prelevare denaro e metterselo in tasca, senza biglietto vincente. Il problema è che la Loterie Romande alla fine ha rimborsato tramite la sua macchina solo la vincita giustificata, mentre la differenza rimaneva al gestore.
L’uomo si è poi reso conto che la cosa andava avanti da circa tre anni. In totale avrebbe perso quasi 100.000 franchi. E, stranamente, gli utili illeciti si verificavano regolarmente quando un determinato dipendente era presente e molto poco, se non del tutto, quando era in vacanza. Forte di questi elementi ha sporto denuncia. L’indagine aperta non solo ha confermato le conclusioni del manager, ma risulta anche che il quarantenne portoghese versava spesso contanti sul suo conto. E, per certi periodi, le somme sparite dalla stazione corrispondono agli importi pagati.
Questo giovedì a Friburgo il dipendente ha risposto ad un’accusa di abuso di fiducia. Alla denunciante, che chiede 94’000 franchi, le prove sono sufficienti per essere dichiarata colpevole. La difesa ritiene invece che la donna debba essere assolta, almeno con il beneficio del dubbio. “Sono state sottratte ingenti somme, mentre il mio cliente era assente dal lavoro e non metteva piede alla stazione per sei settimane”, ha ricordato M.e Lorenzo Marca.
Del resto anche la direttrice vuole crederci, visto che la quarantenne non ha perso il lavoro. La Procura della Repubblica, assente dal procedimento, ha chiesto la sanzione sospesa per 320 giorni. La sentenza verrà emessa più tardi.
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