L’ex ispettore, scagionato in primo grado, ha ricevuto una pena sospesa di 120 giorni di multa. La Corte d’appello penale del tribunale cantonale di Vaud ha dato ragione al pubblico ministero che ha denunciato l’ottenimento di un indebito vantaggio nell’ambito di una funzione ufficiale particolarmente delicata.
La cancelleria del Tribunale cantonale ha confermato mercoledì al Nucleo investigativo della RTS la condanna a 120 giorni di multa di 30 franchi con sospensione condizionale per due anni nei confronti dell’ex ispettore che aveva beneficiato della generosità del boss della multinazionale Sicpa. La sentenza motivata verrà emessa successivamente.
Nel corso dell’udienza tenutasi la settimana scorsa davanti alla Corte d’Appello, il legale dell’imputato si è nuovamente pronunciato per l’assoluzione, ricordando di non essersi mai sentito in debito e di essersi trovato preda di gravi problemi psicologici nel corso dei fatti risalenti al 2016. Il poliziotto ha poi ottenuto che il patron della multinazionale Sicpa, Philippe Amon, ha firmato e finanziato il leasing di una Tesla per oltre 120.000 franchi.
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Rischio di ritorno dell’ascensore
Il poliziotto è stato denunciato dal suo datore di lavoro e licenziato a fine 2021. Ha iniziato a ripagare la Tesla nel 2023. Nel corso delle indagini, Philippe Amon, dal canto suo, ha parlato di un gesto puramente altruistico e disinteressato. I due uomini si conoscevano professionalmente.
Tanti elementi che agli occhi della Procura vodese rappresentano ancora un reato rientrante nel capitolo corruzione, cioè l’accettazione di un vantaggio da parte dell’ex ispettore. L’accusa indica che l’imputato si è così posto “in una posizione in cui almeno si è adattato al fatto che questo indebito vantaggio avrebbe potuto essergli concesso per influenzarlo nell’esercizio delle sue funzioni di funzionario”.
Già condannato per violazione del segreto d’ufficio
Un’altra prova: l’ufficiale di polizia è stato condannato nel 2018 per aver violato il suo segreto d’ufficio a vantaggio di terzi in due casi. Ha avuto accesso a dati sensibili, grazie alle sue missioni nel campo della sicurezza dello Stato e dell’intelligence interna. Inoltre aveva creato dei file con i recapiti privati dei dipendenti della polizia cantonale di Vaud.
Nel caso della donazione ricevuta dal boss della Sicpa non è stato possibile dimostrare alcun corrispettivo concreto e non è stata riscontrata corruzione attiva o passiva. D’altro canto, si tratta effettivamente di un vantaggio indebito ottenuto nell’ambito di una funzione ufficiale. Bisognerà attendere la sentenza motivata per conoscere le argomentazioni della Corte d’Appello. Allo stato attuale l’imputato non fa alcuna osservazione, precisa il suo avvocato contattato dalla RTS. È ancora possibile ricorrere al Tribunale federale.
Ludovic Rocchi, polo investigativo RTS
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