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perché il regime di Bashar al-Assad sta facendo marcia indietro di fronte allo sfondamento dei gruppi ribelli

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Le forze del regime siriano, sebbene sostenute da Iran e Russia, hanno rapidamente perso terreno nel nord della Siria, di fronte all’offensiva della coalizione di ribelli guidata dagli islamisti HTS.

Pubblicato il 03/12/2024 11:43

Aggiornato il 03/12/2024 11:48

Tempo di lettura: 2 minuti

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Combattenti ribelli siriani pattugliano vicino all'aeroporto della città di Aleppo, nel nord della Siria, il 2 dicembre 2024. (OMAR HAJ KADOUR/AFP)

Continuano i combattimenti in Siria. Le forze ribelli guidate dagli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), dopo aver preso Aleppo domenica 1 dicembre, si stanno spostando verso sud. Ora sono alle porte di Hama, 200 km a nord della capitale siriana Damasco. Lunedì sono aumentate le richieste di allentamento della tensione, con il timore di una ripresa dei combattimenti su larga scala dopo oltre un decennio di guerra civile.

L'esercito del regime ha difficoltà a contenere l'offensiva dei ribelli. Sulla carta, le truppe di Bashar al-Assad sono comunque appoggiate dagli iraniani e dalle milizie libanesi Hezbollah, oltre che dall'aviazione russa, stabilmente presente in Siria. Le forze armate siriane avrebbero quindi dovuto essere in grado di resistere, ma la caduta di Aleppo in 24 ore dimostra che questo esercito non è stato in grado di organizzare la difesa di Aleppo, la seconda città del paese con due milioni di abitanti, caduta senza combattimento. I ribelli presero edifici governativi, prigioni, l'aeroporto internazionale e un aeroporto militare “senza incontrare resistenze significative”secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH).

Peggio ancora per l'esercito del regime, i ribelli hanno sequestrato una notevole quantità di attrezzature militari e armi, che le truppe del regime hanno abbandonato: una decina di caccia L39 Albatros, almeno due elicotteri, batterie antiaeree e veicoli blindati, tra cui decine di carri armati pesanti.

Nelle loro offensive, i ribelli hanno utilizzato nuovi mezzi ancora rari sul fronte siriano, come i droni d’attacco kamikaze di tipo FPV, utilizzati sui fronti ucraini. Per difendere la città di Hama, da domenica il regime e l'aeronautica russa hanno effettuato alcuni bombardamenti, mirati principalmente al presunto quartier generale del gruppo HTS, in particolare nella città di Idlib. Non è chiaro se siano in grado di costruire in tutta fretta vere e proprie linee di difesa sul terreno, come trincee e bunker. La dinamica dell'offensiva attualmente dà il vantaggio ai ribelli.

Secondo una ONG, i combattimenti, i primi di questa portata dal 2020, hanno già provocato più di 500 morti. La guerra civile siriana, scatenata dalla brutale repressione delle proteste pro-democrazia, ha provocato la morte di circa mezzo milione di persone.


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