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Rinnegato sulle autostrade, Albert Rösti è considerato il consigliere federale più influente

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Il 12% considera Guy Parmelin influente

Come l’anno scorso, Karin Keller-Sutter è al secondo posto. Il sessanta per cento degli intervistati ritiene che i radicali siano i più influenti. La percentuale scende poi al 26% per la centrista Viola Amherd, che arriva al terzo posto.

I due consiglieri federali del PS, Beat Jans ed Elisabeth Baume-Schneider, si collocano in fondo alla classifica con rispettivamente l’8% e il 6%. Il 12% degli intervistati considera Guy Parmelin influente. Ignazio Cassis ha ottenuto il 13% dei voti.

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Il PS sta perdendo slancio

Dal sondaggio emerge che la popolazione ritiene che il PS abbia perso molta influenza dopo la partenza del friburghese Alain Berset. L’UDC ha invece vinto grazie al bernese Albert Rösti. Beat Jans ed Elisabeth Baume-Schneider finora non sono riusciti a seguire le orme dei loro predecessori socialisti, ritengono gli autori dello studio.

L’indagine riguarda anche la direzione del Consiglio federale. Il 39% giudica il governo troppo di destra e il 32% troppo di sinistra. L’orientamento del college è corretto per il 29% degli intervistati.

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Il barometro elettorale riporta l’Udc al primo posto

L’UDC sarebbe ancora una volta il grande vincitore delle elezioni federali se si tenessero questo autunno. Gli altri partiti otterrebbero un risultato vicino a quello dell’anno scorso, o registrerebbero un leggero calo, secondo lo stesso sondaggio dell’istituto Sotomo.

L’UDC aumenterebbe la sua quota elettorale di due punti percentuali rispetto alle elezioni federali dell’ottobre 2023 e otterrebbe il 29,9% dei voti. Il partito aveva già registrato un aumento di 2,3 punti percentuali tra le due precedenti elezioni federali.

Al secondo posto ci sarebbe il PS, con il 17,8% dei voti, in calo di 0,5 punti percentuali. Rimarrebbero stabili il PLR e il Centro, rispettivamente al 14,3% e al 14,1%. I Verdi (9,5%) e i Verdi liberali (6,6%) perderebbero nuovamente peso. Il partito di sinistra subirebbe una perdita di 0,5 punti percentuali, il suo cugino di centro un calo di un punto percentuale.

Il PLR e il Centro sono ancora testa a testa

Le perdite sono tuttavia piuttosto contenute, notano gli autori dello studio. Uno spostamento a destra resta percepibile. Inoltre, il PLR non sembra raccogliere i frutti del suo posizionamento più preciso rispetto allo scorso anno: i liberali-radicali sono ancora testa a testa con il Centro per completare il podio.

Dall’altro lato dello spettro elettorale, la sinistra non riesce a capitalizzare i propri successi durante le votazioni popolari. Le particolarità della democrazia semidiretta spiegherebbero questo fenomeno, sostengono gli autori dello studio. Ciò consentirebbe agli elettori di correggere caso per caso lo spostamento a destra.

Secondo gli intervistati, i premi della cassa malati rappresentano la sfida più grande della politica svizzera. La metà di essi colloca l’onere dei premi tra le tre sfide più importanti. Un terzo cita l’immigrazione e la libera circolazione delle persone e il 29% la politica di asilo. Seguono, con il 26% e il 24%, i temi del cambiamento climatico e del costo della vita.

Preoccupazioni meno verdi

Negli ultimi due anni il cambiamento climatico ha perso importanza agli occhi degli intervistati. Nel 2022, il 43% la considera ancora una delle maggiori sfide del Paese. Nel 2024 ce ne sarà solo il 26%. Questa diminuzione contrasta con la stabilità del tema dell’immigrazione, che nello stesso periodo è rimasto su livelli elevati.

I premi dell’assicurazione sanitaria, ma anche la previdenza sociale, sono considerati sfide significative da tutti gli intervistati. D’altra parte, se il 57% degli elettori dell’UDC e il 39% dei sostenitori del PLR considerano l’immigrazione una sfida importante, nella base dei Verdi e del PS si trovano rispettivamente solo il 7% e il 10%. La situazione è esattamente opposta quando si parla di cambiamento climatico.

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Il metodo

Il sondaggio è stato condotto tra 4.467 elettori tra il 28 ottobre e l’11 novembre. I dati sono stati poi ponderati per essere rappresentativi dell’elettorato. Il sondaggio è paragonabile a un campione casuale con un errore di campionamento di +/- 1,5 punti percentuali, stima Sotomo.

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