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16 giorni di lotta contro la violenza di genere e sessuale

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Erano diverse migliaia nelle gelide strade di Berna, sabato 23 novembre 2024, per manifestare la loro rabbia nei confronti della piaga della violenza contro le donne e le ragazze che affligge le società in Svizzera e altrove. Secondo l’ONU, nel mondo un femminicidio ogni 10 minuti. Uno ogni due settimane circa nel nostro Paese nel 2023, secondo l’OFS. 18 omicidi di donne registrati dal collettivo Stop Femizid nel 2024. La punta dell’iceberg, la più violenta e la più visibile.

Ma la violenza di genere comprende anche lo stupro, la violenza sessuale, le molestie per strada o su internet, le percosse nell’ombra delle mura domestiche, le parole che feriscono e isolano, le battute sessiste sul posto di lavoro. Per lottare contro tutte le forme di violenza alimentate da norme sociali sessiste e ineguali che colpiscono soprattutto le donne e le persone trans o queer, la ONG femminista per la pace Frieda, con sede a Berna, coordina dal 2008 nella Svizzera tedesca e dal 2023 in tutte le regioni linguistiche la campagna nazionale “16 giorni contro la violenza di genere”.

Il calcio d’inizio è stato dato durante la manifestazione del 23 novembre nella capitale svizzera, alla presenza di quasi 10.000 persone (secondo gli organizzatori), una novantina di organizzazioni che difendono i diritti delle donne e personalità politiche come Tamara Funiciello (PS/BE). Mathilde Mottet (PS/VS) o anche l’ex consigliera federale socialista Simonetta Sommaruga.

Lottare collettivamente contro la violenza

Dal 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – al 10 dicembre – Giornata internazionale dei diritti umani -, questa campagna internazionale lanciata originariamente dall’American Center Women’s Global Leadership (CWGL) nel 1991 contribuisce a ridurre le forme di violenza attraverso la prevenzione e sensibilizzazione, durante azioni ed eventi organizzati in tutta la Svizzera da gruppi e associazioni partner. Tra le richieste in particolare, un rafforzamento delle risorse finanziarie e umane per sostenere le vittime di violenza e il miglioramento della raccolta dati e degli studi per elaborare statistiche al fine di proporre interventi mirati.

«L’obiettivo di questa campagna nazionale è riunire tutte le persone e le organizzazioni che lottano contro la violenza di genere, nonostante le barriere linguistiche, perché è affare di tutti», sottolinea Isabel Vidal, responsabile della campagna in Svizzera francese e italiana.

La violenza è profondamente radicata e banalizzata nella nostra società. Tuttavia, i dati ci ricordano l’urgenza: è imperativo fare della violenza di genere una priorità politica.

Sebbene l’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul nel 2018 abbia segnato progressi, resta ancora molto da fare. Le disparità tra i Cantoni dimostrano che gli sforzi devono essere rafforzati».

Risposta e ricostruzione in prima linea

Il tema di questa edizione 2024 è “Combattere e ricostruire dopo la violenza”. “Tutti i partner hanno scelto questo tema forte per lanciare un appello all’azione: ricostruire significa offrire alle vittime i mezzi per guarire, con strutture adeguate e un sostegno duraturo”, spiega Isabel Vidal. Oggi però il processo di ricostruzione dipende molto dal cantone in cui viviamo. Molto spesso le vittime di violenza incontrano ostacoli: possono, ad esempio, provare vergogna, non essere credute, non poter accedere al sostegno necessario, oppure trovarsi a fronteggiare il proprio aggressore in procedimenti legali, ecc. Nonostante il notevole lavoro dei centri LAVI, dei servizi specialistici e dei gruppi di supporto, orientarsi in questo sistema rimane estremamente difficile”.

Per gli organizzatori della campagna “16 giorni contro la violenza di genere”, la risposta alla violenza deve essere collettiva. “I femminicidi possono essere evitati”, spiega Isabel Vidal.

In molti casi gli atti di violenza vengono denunciati prima dell’omicidio. Sappiamo anche che la violenza psicologica spesso precede la violenza fisica. Dobbiamo imparare a riconoscere queste azioni e a prenderle sul serio.

Ciò ci consentirà di agire in modo più efficace per prevenire la violenza e sostenere le vittime. Offri ascolto, sostegno, mantieni una connessione per contrastare l’isolamento – una delle prime forme di violenza nelle relazioni violente –, ma lavora anche sulla tua stessa decostruzione, metti in discussione i tuoi pregiudizi”.

Il responsabile della campagna nella Svizzera romanda e italiana insiste sul fatto che gli uomini sono essenziali nella lotta contro la violenza sessista e sessuale. “Abbiamo bisogno di uomini che si facciano sentire su questo tema, anche se è una posizione che li fa sentire insicuri. La violenza di genere non è un problema delle donne.

Potremo andare avanti solo se verranno coinvolti anche coloro che sono privilegiati sotto l’oppressione”.

Un’agenda francofona per sensibilizzare sulla violenza

Il sito web della campagna funge anche da calendario e vi sono elencati numerosi eventi della Svizzera romanda. Ad esempio, al Collège Voltaire di Ginevra, un convegno permetterà di comprendere meglio le problematiche e la gestione della violenza psicologica nelle coppie (28 novembre); al Bistrot du Concert di Neuchâtel, Coline de Senarclens ospiterà un caffè “Ti credo”, uno spazio di confronto e riflessione sulla ricostruzione (1 dicembre); all’Università di Losanna una tavola rotonda affronterà i temi della risposta e della ricostruzione (2 dicembre); mentre a La Chaux-de-Fonds, una lettura collettiva permetterà di approfondire il lavoro della sociologa Gwenola Ricordeau sull’abolizione del sistema carcerario (6 dicembre). Infine, gli appassionati di cinema non sono da meno, poiché le proiezioni vengono organizzate in diverse città.

Maggiori informazioni sul calendario

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