Secondo le nostre informazioni, la settimana scorsa il Primo Ministro israeliano ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica per discutere il tema del suo mandato di arresto emesso dalla CPI.
Dopo il mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro Benyamin Netanyahu, il primo ministro israeliano ha espresso la sua rabbia durante una telefonata a Emmanuel Macron la scorsa settimana, secondo le informazioni di RMC.
Al telefono, Benyamin Netanyahu, preso di mira per crimini di guerra e crimini contro l'umanità (come il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant), ha cercato di fare pressioni affinché la Francia non applicasse la decisione della Corte penale internazionale. I 124 Stati firmatari della CPI, tra cui la Francia, sono infatti tenuti ad arrestare qualsiasi persona designata come bersaglio di un mandato d'arresto, qualora si rechi sul loro territorio.
Ufficialmente Emmanuel Macron non ha commentato l'argomento ma, secondo fonti attendibili, il presidente ha risposto che la Francia rispetterà il diritto internazionale, aggiungendo che il giudice potrebbe decidere di concedere l'immunità ai capi di Stato.
“La Francia applicherà sempre il diritto internazionale”
Da parte sua, il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot è rimasto molto ambiguo sulla posizione della Francia, ricordando anche che “la Francia applicherà sempre il diritto internazionale”. Domenica, alla domanda su France 3 se Benyamin Netanyahu sarebbe stato arrestato se fosse andato in Francia, il ministro francese ha detto:
“Questa è una domanda ipotetica a cui non devo rispondere finché è ipotetica.”
La stampa israeliana ritiene decisiva questa telefonata tra Emmanuel Macron e Benyamin Netanyahu, poiché Libano e Israele sono sul punto di raggiungere un accordo di cessate il fuoco. In un momento in cui i rapporti tra Benyamin Netanyahu ed Emmanuel Macron si sono deteriorati, il primo ministro israeliano avrebbe mostrato la sua riluttanza riguardo al coinvolgimento di Parigi nei negoziati.
Dopo la decisione della Corte penale internazionale, diversi paesi hanno rapidamente affermato che avrebbero rispettato la norma: Irlanda, Paesi Bassi e persino Belgio. Gli Stati Uniti, che non sono firmatari della Corte penale internazionale, hanno definito “scandalosi” i mandati di arresto.
Questo martedì, 26 novembre, Michel Barnier ha ribadito che la Francia “applicherà rigorosamente (…) gli obblighi che le spettano” riguardo al mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
“La Francia applicherà rigorosamente, come ha sempre fatto, gli obblighi che le derivano dal diritto internazionale” ha dichiarato il capo del governo davanti all’Assemblea nazionale, senza però dire esplicitamente se Parigi effettuerà l’arresto del leader israeliano qualora si recasse a territorio francese.
Hélène Terzian (a cura di JA)
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