Un candidato filo-russo a sorpresa, Calin Georgescu, arriva primo al primo turno delle elezioni presidenziali rumene, davanti al primo ministro filo-europeo Marcel Ciolacu. L’estrema destra si sta affermando in un paese finora resistente al nazionalismo.
Il candidato filorusso che nessuno si aspettava è arrivato primo domenica al primo turno delle elezioni presidenziali davanti al primo ministro filoeuropeo Marcel Ciolacu, dopo lo spoglio di oltre il 98% dei voti.
Dapprima in netto vantaggio grazie agli exit poll, il 56enne leader socialdemocratico ha visto il suo rivale di estrema destra, 62enne, Calin Georgescu, salire in serata.
Dopo aver contato il 98,66% delle schede, Georgescu-Roegen ha ricevuto il 22,59% dei voti, rispetto al 19,55% di Ciolacu.
Al terzo posto Elena Lasconi, sindaco di centrodestra di un piccolo comune, con il 18,84%. Favorito dall’estrema destra prima delle elezioni, George Simion del partito AUR (Alleanza per l’unità dei romeni) deve accontentarsi del 4° posto, con il 13,94%.
Allo stato attuale, MM. Georgescu-Roegen e Ciolacu dovrebbero affrontarsi al ballottaggio previsto per l’8 dicembre, mentre le elezioni legislative si terranno il 1° dicembre.
Qualunque sia l’esito del voto, “l’estrema destra è di gran lunga la grande vincitrice di queste elezioni”, con più del 35% dei voti, ha commentato il politologo Cristian Pirvulescu.
Secondo gli esperti, lei ha approfittato del clima sociale e geopolitico teso in questo fedele Stato membro dell’UE e della NATO, situato alle porte dell’Ucraina.
È uno sconvolgimento per questo Paese di 19 milioni di abitanti che finora ha resistito alle posizioni nazionaliste, distinguendosi dall’Ungheria o dalla Slovacchia. Il Presidente della Repubblica romena occupa una funzione essenzialmente cerimoniale ma esercita un importante magistero morale.
Georgescu-Roegen ha conquistato negli ultimi giorni con una campagna TikTok diventata virale, incentrata sulla necessità di fermare gli aiuti all’Ucraina. “Questa sera il popolo romeno ha gridato per la pace e ha gridato molto forte, molto forte”, ha reagito.
Dopo dieci anni al potere di Klaus Iohannis, fervente sostenitore di Kiev divenuto molto impopolare soprattutto a causa dei suoi costosi viaggi all’estero finanziati con soldi pubblici, i romeni hanno quindi messo gli occhi sui candidati antisistema, in un contesto di crescente ultra -movimenti conservatori in Europa.
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