Il Ciad, l’ultimo paese del Sahel ad ospitare forze francesi, ha annunciato giovedì sera la fine degli accordi di sicurezza e difesa con Parigi, annuncio arrivato poche ore dopo la visita del capo della diplomazia francese Jean-Noël Barrot.
“Il governo della Repubblica del Ciad informa l’opinione nazionale e internazionale della sua decisione di rescindere l’accordo di cooperazione in materia di difesa firmato con la Repubblica francese”, ha detto il ministro degli Esteri ciadiano Abderaman Koulamallah sulla pagina Facebook del ministero.
Il Ciad è un anello chiave della presenza militare francese in Africa, costituendo l’ultimo punto d’appoggio di Parigi nel Sahel dopo il ritiro forzato delle sue truppe in Mali, Burkina Faso e Niger.
“La Francia è un partner essenziale, ma ora deve anche considerare che il Ciad è cresciuto, è maturato e che è uno Stato sovrano e molto geloso della sua sovranità”, ha osservato poco prima Abderaman Koulamallah, al termine di un incontro tra il presidente Mahamat Idriss Déby Itno e Jean-Noël Barrot. Quest’ultimo, arrivato in Etiopia giovedì sera, non si è dimostrato immediatamente disponibile a reagire a queste informazioni, così come non lo è stato il Ministero delle Forze Armate francese.
“Non è una rottura”
Lo scorso maggio, tre anni di transizione si sono conclusi a N’Djamena con l’elezione di Mahamat Idriss Déby Itno, portato al potere da una giunta militare dopo la morte del padre Idriss Déby ucciso dai ribelli al fronte.
Minacciato dalle offensive ribelli, Déby senior ha potuto contare sull’appoggio dell’esercito francese per respingerle nel 2008 e poi nel 2019. “Non si tratta di una rottura con la Francia come il Niger o altrove”, ha assicurato all’AFP Abderaman Koulamallah, raggiunto da telefono, il cui paese ospita ancora circa mille soldati francesi.
“Il Ciad, conformemente alle disposizioni dell’accordo, si impegna a rispettare i termini previsti per la sua risoluzione, compreso il periodo di preavviso”, precisa il comunicato ministeriale, che non menziona una data per il ritiro delle truppe francesi.
Questo annuncio arriva mentre anche il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha dichiarato giovedì in un’intervista all’AFP che la Francia dovrebbe chiudere le sue basi militari in Senegal, invocando anche l’argomento della sovranità.
“Svolta storica”
In Ciad la decisione è stata “presa dopo un’analisi approfondita” e segna una “svolta storica”, ha sottolineato Abderaman Koulamallah nel suo comunicato stampa.
“Dopo 66 anni dalla proclamazione della Repubblica del Ciad, è tempo che il Ciad affermi la sua piena sovranità e ridefinisca i suoi partenariati strategici secondo le priorità nazionali”, ha aggiunto, assicurando che anche la visita di Jean-Noël Barrot ha reso possibile possibile rafforzare le relazioni bilaterali “a tutti i livelli”.
Lunedì, l’inviato personale di Emmanuel Macron in Africa, Jean-Marie Bockel, ha presentato al presidente francese il suo rapporto sulla riconfigurazione del sistema militare francese in Africa, che sostiene un partenariato “rinnovato” e “co-costruito”, secondo il rapporto Elisio.