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La Svizzera arresterebbe “in linea di principio” Netanyahu su mandato della CPI

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AA / Parigi / Ümit Dönmez

L’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha dichiarato che il Paese rispetterà il suo obbligo di cooperazione con la Corte penale internazionale (CPI) se il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu dovesse visitare il suo territorio.

In una risposta al quotidiano Le Temps, l’OFJ ha precisato che la Svizzera “dovrebbe in linea di principio arrestare Benyamin Netanyahu e gli altri imputati al loro eventuale arrivo in Svizzera”. Una misura del genere si applicherebbe soltanto nel caso in cui venga trasmesso alla Confederazione Svizzera un mandato d’arresto valido emesso dalla CPI o una richiesta d’arresto basata su tale mandato.

Queste dichiarazioni fanno seguito all’emissione ufficiale di mandati di arresto da parte della Corte penale internazionale giovedì contro Benyamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il leader militare di Hamas Mohammed Deif. Questi mandati riguardano accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

L’annuncio della Corte penale internazionale ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Mentre alcuni stati membri della Corte hanno espresso sostegno a questo approccio giudiziario, altri paesi, compreso Israele, rifiutano la giurisdizione dell’istituzione con sede all’Aia. Israele non è uno dei firmatari dello Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Corte penale internazionale.

– Posizione della Francia: “una questione giuridicamente complessa”

Ricordiamo che la Francia ha rinnovato il suo sostegno alla Corte penale internazionale (CPI) dopo l’emissione di mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Questi mandati, emessi il 21 novembre 2024, riguardano accuse di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi in Palestina tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024.

Durante la conferenza stampa tenutasi al Quai d’Orsay, giovedì 21 novembre, il portavoce Christophe Lemoine ha ricordato l’importanza della giustizia internazionale per garantire la stabilità globale. “La lotta contro l’impunità è la nostra priorità”, ha dichiarato, sottolineando che la Francia sostiene pienamente l’indipendenza e l’imparzialità del procuratore della CPI.

Riguardo alla possibilità di un arresto di Benyamin Netanyahu in Francia, ha risposto che si tratta di una “questione giuridicamente complessa” che richiede un’analisi approfondita.

– Situazione umanitaria a Gaza

Il conflitto tra Israele e Hamas, innescato il 7 ottobre 2023 da un attacco del movimento palestinese, ha portato alla dichiarazione di guerra israeliana contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.

Questa risposta, caratterizzata da attacchi aerei e un’invasione di terra, causò un bilancio umano catastrofico: più di 45.000 morti, la maggior parte bambini e donne, e più di 104.000 feriti. La massiccia distruzione ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza casa.

Allo stesso tempo, il Sudafrica ha presentato una denuncia contro Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) per le accuse di genocidio a Gaza.

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