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Google ha minacciato di dover separarsi dal suo browser Chrome

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Il logo di Google, sulla facciata di un negozio, a Manhattan, New York, Stati Uniti, nel novembre 2021. ANDREW KELLY / REUTERS

Dovremmo smantellare Google? E, se sì, come? Il governo americano ha risposto vigorosamente a questa domanda mercoledì 20 novembre. Il Dipartimento di Giustizia raccomanda in particolare che l’azienda sia costretta a vendere il suo browser Google Chrome. Nelle 23 pagine di richiesta indirizzate alla Corte del Distretto di Columbia compaiono anche altre proposte volte a vincolare Google, accusato di aver mantenuto illegalmente il suo dominio nella ricerca online. Il ministero non esclude una separazione da Android, l’ambiente mobile di Google, leader negli smartphone.

Se confermate dai tribunali, tali misure rappresenterebbero un terremoto nella storia del colosso da 307 miliardi di dollari (290,6 miliardi di euro) di fatturato e 73 miliardi di dollari di utile netto nel 2023. Oltre a ciò, segnerebbero il colpo più duro inferto all’industria digitale. gigante dopo il processo antitrust che, all’inizio degli anni 2000, obbligò Microsoft a non favorire più il suo browser Explorer nel suo ambiente Windows.

La vendita di Chrome, che rappresenta il 61% del mercato dei browser negli Stati Uniti, “porrà fine permanentemente al controllo di Google su un punto cruciale di accesso alla ricerca online e consentirà ai motori concorrenti di essere presenti in un browser utilizzato da così tanti come gateway per Internet”, giustifica il Dipartimento di Giustizia. Secondo quest’ultimo, se Google detiene una quota di mercato superiore al 90% nella ricerca online, è perché “vantaggi illeciti”ad esempio aver installato il motore predefinito sul tuo browser Chrome. E da lì deriva il suo potere nella pubblicità online, la sua principale fonte di guadagno.

Divieto di favorire YouTube o Gemini

Su Android il ministero offre due “opzioni”. IL “più diretto” è costringere Google a separarsene, ma evitarlo « obiezioni significative » che la società non mancherebbe di sollevare, l’alternativa è vietarle di promuovere lì i suoi servizi, in particolare il suo motore di ricerca, installandolo come unico motore predefinito.

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Oltre a queste strade per smantellare parti dell’impero di Google, il governo raccomanda di proibirgli di stipulare contratti esclusivi a pagamento per installare il suo motore predefinito su altre piattaforme, come gli iPhone di Apple, per una cifra superiore a 20 miliardi di dollari all’anno. Secondo il documento, a Google sarebbe inoltre vietato promuovere sul suo motore servizi come la piattaforma video YouTube o il suo assistente di intelligenza artificiale Gemini. Dovrebbe anche vendere, a “costo marginale”l’accesso all’indice del sito web del suo motore di ricerca, nonché ai suoi risultati e ai dati di ricerca. La società dovrebbe inoltre consentire agli editori dei siti di rifiutarsi di vedere i loro contenuti utilizzati per addestrare l’intelligenza artificiale.

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