Il programma non verrà rispettato. Didier Migaud, il nuovo ministro della Giustizia, è stato chiaro, nel suo intervento sulle “20 ore di France 2”, martedì 19 novembre: la realizzazione del piano che prevede la costruzione di 15.000 posti di prigione entro il 2027 è “difficilmente”. “Dobbiamo adottare misure per recuperare questo ritardo. Stiamo valutando un disegno di legge per accelerare le procedure. Dobbiamo abbandonare il modello del carcere unico. […] Non tutta la popolazione detenuta è composta da criminali gravi. Servono soluzioni diversificate, centri più piccoli che necessitano di meno sicurezza”, dichiarò il Guardasigilli che aveva promesso di impegnarsi in a “operazione verità” su questo argomento molto delicato.
Guidato dal suo predecessore a Place Vendôme, Eric Dupond-Moretti, il “piano 15.000” è lontano dal bersaglio: finora ne è stato raggiunto meno di un terzo e solo il 42% dell’obiettivo sarà raggiunto nel 2027. “Se non agiamo, alla fine dei cinque anni verranno costruiti solo 6.421 nuovi posti di detenzione”, ha aggiunto l'ex socialista. In ” lo scenario migliore »questo piano sarà finalizzato solo nel 2029 e solo se verranno compiuti sforzi di bilancio molto significativi a partire dal 2026. Basti dire che, nell’attuale situazione economica, questa visione ottimistica è compromessa.
Le ragioni di questi ritardi sono molteplici. Innanzitutto l’obiettivo è sempre sembrato difficile da raggiungere data la sua portata. A ciò vanno aggiunte procedure macchinose ma anche requisiti tecnici molto elevati. C’è anche una resistenza locale molto forte, sia da parte dei funzionari eletti, sia dei residenti, o di entrambi. Le ragioni addotte sono la sicurezza e/o l'ambiente. Lo ricorda, inoltre, la Cancelleria “diverse crisi si sono susseguite (la pandemia di Covid-19, o la guerra tra Russia e Ucraina), allungando i tempi di fornitura e rendendo più difficile il lavoro delle imprese edili”. Infine, non bisogna dimenticare molti rischi tecnici e ambientali, come la tutela delle specie protette, gli scavi archeologici, ecc.
Situazione «esplosiva»
Tuttavia, è urgente agire. La situazione nelle carceri è più critica che mai. All'inizio di novembre è caduto un nuovo record: in Francia ci sono ormai più di 80.000 detenuti per poco più di 62.000 posti operativi. Nei centri di custodia cautelare, dove vengono rinchiusi i detenuti in attesa di giudizio, e quindi presunti innocenti, nonché quelli condannati a pene brevi, la densità media è del 156%, con punte di oltre il 200% in una ventina di istituti, di cui 4.000 materassi per terra (+ 60% in un anno). E le previsioni del ministero sono allarmanti: nel gennaio 2026 dovrebbero essere accolti più di 86.500 detenuti, e più di 93.000 nel 2027, con un aumento di 5.500 detenuti in media all'anno.
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