L’Unione europea deve intraprendere azioni urgenti e decisive per non rischiare di mancare i suoi obiettivi 2030 nella lotta contro la resistenza antimicrobica, ha affermato lunedì 19 novembre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
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La resistenza antimicrobica rappresenta una minaccia per la salute pubblica. |
Foto: AFP/VNA/CVN |
“Tra il 2019 e il 2023, il consumo di antibiotici nell’Unione Europea è aumentato dell’1%, allontanandosi dall’obiettivo di riduzione raccomandato del 20%” da parte dell’Ue, scrive l’Ecdc in un comunicato.
La resistenza antimicrobica (AMR) – antibiotici, antifungini e antiparassitari – rappresenta una minaccia per la salute pubblica, in particolare per i pazienti ricoverati negli ospedali, sottolinea l’agenzia.
L’organizzazione porta l’esempio delle infezioni causate dal batterio Klebsiella pneumoniae, la cui incidenza è aumentata del 60% tra il 2019 e il 2023 e “per i quali sono disponibili pochissime opzioni terapeutiche per il trattamento dei pazienti”.
“Il raggiungimento degli obiettivi dell’UE entro il 2030 richiede una risposta unita e urgente in tutta l’UE per evitare che la resistenza antimicrobica comprometta l’assistenza sanitaria. Questa risposta è essenziale per proteggere i pazienti e preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future”.ha sottolineato la dottoressa Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’ECDC.
L’agenzia raccomanda azioni in tre direzioni: prevenzione e controllo delle infezioni, in particolare migliorando l’igiene delle mani, uso prudente degli antimicrobici e sviluppo di nuovi antimicrobici.
“Ridurre l’uso degli antibiotici richiede più informazioni e campagne di sensibilizzazione del pubblico, integrate da interventi sociali e comportamentali volti a prevenirne l’uso non necessario”, Soulign l’ECDC.
AFP/VNA/CVN
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